César Galán è stato ordinato sacerdote nella giornata del 6 giugno, dopo una difficile e complessa storia che l’ha portato a ricevere la vocazione in seguito ad un doloroso e tragico incidente che l’ha paralizzato dalla vita in giù. Una storia, raccontata dal sito ChurchPop, ispiratrice sul cercare sempre il bello e salvezza della vita anche avanti alle tragedie peggiori. Ora l’uomo, che vive a Los Angeles, ha 50 anni e ha scoperto la sua fede nel 2001, intraprendendo una via di redenzione personale dalla difficile infanzia ed adolescenza che ha trascorso, riuscendo in pochi anni a farsi anche ordinare sacerdote, come lui stesso ha raccontato in una recente intervista.
Il sacerdote paralizzato e il grave incidente del 2001
César Galán, il sacerdote paralizzato, è sesto di otto figli, cresciuto nel difficile contesto di Artesia, città nella contea di Los Angeles, in cui la delinquenza è alle stelle. Fin da piccolo, tuttavia, forte di un padre fermamente religioso, viene educato alla fede, ricevendo i sacramenti. Al fine di tenerlo lontano dalle strade e dalla delinquenza, un amico gli offrì un lavoro all’età di 13 anni che, pian piano, gli permise di avere una certa indipendenza economica, trasferendosi in un quartiere migliore dopo la fine del liceo.
Il 3 aprile del 2001, però, la vita del sacerdote paralizzato cambiò drasticamente, sia in peggio che in meglio. Dopo il lavoro, infatti, uscì con alcuni amici, suo fratello Héctor ed un ragazzo del quartiere appena uscito dal carcere. Questi ultimi, però, iniziarono a litigare, allontanandosi poco dopo per continuare la discussione in giardino. Ad un certo punto, però, dopo che Héctor gli ebbe chiesto le chiavi della macchina, César sentì uno sparo provenire dall’esterno, dove vide il fratello esanime a terra e l’altro uomo in fuga. Provò a disarmare l’ex galeotto, ma questo riuscì a ferirlo alle gambe, dandosi alla fuga. Fu in quel momento che, in preda al dolore, il (futuro) sacerdote rimase paralizzato, ma sentì la voce di Dio “nel profondo di me che diceva solo: ‘Non avere paura, sarò sempre con te‘“. In ospedale ebbe appena il tempo di dare l’ultimo saluto al fratello prima che morisse per le ferite, prima di iniziare il percorso, con il cappellano del nosocomio, che l’ha portato ad essere ordinato sacerdote.