Non sentite un silenzio sospetto? Non vi pare che attorno al Paese stia calando la proverbiale quiete prima della tempesta. A mio avviso, sì. Per quanto mi riguarda, l’ultima conferma è arrivata ieri. Di buon mattino. La Bce tramite il suo profilo Twitter ha pubblicato un’intervista con il membro del board, la tedesca Isabel Schnabel, ex colomba tramutatasi in falco. Il senso? Basta la frase scelta dalla stessa Bce per sintetizzare i concetti espressi: Given the uncertainty about inflation persistence, the costs of doing too little outweigh the costs of doing too much. Difficile lanciarsi in ardite odissee interpretative: l’inflazione sottostante è ancora troppo alta, si prosegue col rialzo dei tassi, perché i rischi dell’inazione superano quelli del troppo attivismo. Tanti saluti a Ignazio Visco. Di fatto, ciò che Christine Lagarde ha confermato due giorni fa in uno spoiler del prossimo board, previsto per il 14 e 15 giugno.
Ma le parole della Schnabel lasciano presagire medesima rotta anche per la riunione di fine luglio, quella che fisserà i paletti di guidance fino all’autunno. E che, oltre a dettare la linea europea in attesa di Jackson Hole, di fatto potrebbe portare novità riguardo l’annosa questione del reinvestimento titoli. Ma l’Italia non ha più problemi! Il Btp Valore ha incassato ordinazioni per 10,6 miliardi di euro nei soli primi due giorni di offerta. Prepariamoci quindi alla grancassa mediatica della chiusura anticipata dell’emissione, roba da nuove sneakers della Nike con coté di file notturne fuori dai negozi. Tutto vero. Ma al netto del piccolissimo particolare rappresentato dalla criticità implicita di una Bce rialzista a oltranza rispetto al reale valore di investimento del nuovo Bto, il grafico fresco di pubblicazione da parte dell’Iif ci mostra una dinamica sottotraccia sempre più marcata. Un esodo di investitori stranieri dal nostro debito pari a quello in atto non si registrava dalla crisi sistemica del 2011.
Ricordate quel periodo? La Grecia, la letterina Bce al Governo Berlusconi, l’arrivo di Monti con il suo loden. Soprattutto, la Fornero come prima toppa, un asciugamano emergenziale di fronte a conti pubblici in modalità vaso comunicante che ha smarrito la via. Ora, la ratio è chiara. Gli stranieri non scappano perché al Governo ci sono i fascisti che negano il patrocinio al Gay pride, scappano perché hanno preso atto della doppia trappola. Da un lato, un debito enorme che resta sostenibile solo grazie alla Bce. Dall’altro, una medesima Bce che ora pare in ritirata strategica e apre giocoforza un varco alla via giapponese per i nostri Btp. Il cui controvalore da emettere anche quest’anno è enorme. Come sempre, d’altronde. E se anche l’opzione autarchica prendesse davvero piede in modo strutturale, tramutando il Mef nell’ufficio marketing delle offerte speciali, ora all’orizzonte si staglia realmente la grana Pnrr. Il quale è nato come Bengodi del secolo, salvo tramutarsi con il passare del tempo in oggetto misterioso prima e grana da ridimensionare poi.
Addio giorni di gloria dei miliardi in modalità helicopter money che piovono sul Paese, ora si tenta di rinegoziare, si restituisce parte dell’ammontare, si interviene sulla Corte dei Conti pur di spendere. Il contrafforte? Quei Btp, Di fatto, garanzia implicita alla prima, vera passeggiata senza rotelle Bce della bicicletta chiamata Italia. Ora guardate questa immagine.
Tranquilli, non è mia intenzione quella di consigliarvi un eau de toilette. Ciò che conta di questa schermata di Vinted sta in basso. Non contento di aver monopolizzato la stampa nazionale, tramutandola in versione travisata di prospetto informativo, nel giorno del lancio del Btp Valore, il Mef è sbarcato con un banner pubblicitario su Vinted. Non so per voi, ma per il sottoscritto, i simboli hanno ancora un peso. Come le parole. E pubblicizzare un titolo di Stato sulla piattaforma di vendita/acquisto di capi usati non fa una bella impressione. Sia chiaro, nulla contro Vinted. Lo uso anch’io. Ma occorre essere onesti: Vinted è la versione presentabile del Banco dei Pegni, un Monte di Pietà di cui non vergognarsi. Soprattutto, è un bancomat alternativo. Serve cash? Vendo la giacca o le scarpe. Ciò che entra lo rispendo o lo trasferisco sul conto corrente. E respiro. Perché il Mef ha sentito il bisogno di sbarcare su quella piattaforma?
In realtà, quella non è nemmeno (o soltanto) pubblicità su Vinted. O, almeno, non direttamente. Al Mef hanno lanciato la campagna usando Google Ads e tramite la rete display e l’annuncio quel banner è terminato su diversi siti che offrono spazio alle pubblicità di Google. Ad esempio, Subito.it. Ripeto, niente di male. Ma davvero siamo messi così male da essere obbligati a un’operazione a strascico simile presso il parco buoi? Non so voi, ma dal Tesoro di un Paese del G7, il sottoscritto di attenderebbe un profilo differente. Perché le forme contano, signori. Ma al Tesoro sanno fare i conti. E con la Bce in ritirata occorre appunto che siano gli italiani a trasformarsi in giapponesi.
Dal canto loro, le banche operano in ossequio al doom loop storico che le lega allo stesso Tesoro, operando da prestatore di ultima istanza e ottenendo un occhio di riguardo dal Governo – bipartisan – di turno. Casualmente, il ministro Giorgetti nel primo giorno di emissione ha sentito il bisogno di rassicurare: Il Governo non tasserà le banche. Le quali, oltretutto, dal Btp Valore ottengono un inducement dello 0,5%. Mica male. Al sottoscritto non interessa in questa sede parlare di rendimenti reali, al netto di tassazione e rischio sui tassi già confermato dalla Lagarde. Non interessa elucubrare worst case scenarios di downgrade del rating o, peggio, di ristrutturazione volontaria con clausole Cac in agguato. Andrà tutto bene. Resta un dubbio: qual è il livello reale di disperazione nel piazzare quella carta, se si sbarca su Vinted? Perché occorre ripeterlo fino alla nausea, stante il silenzio fatto calare e serbato su argomenti ben più delicati, sensibili e stringenti: la campagna pubblicitaria a costo zero – se non “politico” e di do ut des – di cui il Btp Valore ha goduto su pressoché tutti i media non ha precedenti. Nemmeno la nuova Playstation o il nuovo iPhone. Quel banner su Vinted, dove la gente vende i vestiti o li cerca a prezzi d’occasione, parla una lingua che fa riflettere. Se esiste un 5% di utenti che cerca capi vintage, il rimanente 95% opera per necessità. Non fame o indigenza totale. Ma, quantomeno, voglia di ottenere dell’extra-cash. O, comunque, volontà più o meno forzata di cercare un capo usato, piuttosto che andare in negozio. O sulla bancarella del mercato. A sua volta, Vinted sta spopolando con gli spot televisivi da qualche settimana. A livello di passaggi, gareggia col Cornetto Algida.
Cosa ci dice questo riguardo inflazione e potere d’acquisto reali, ad esempio? Attenti, perché questo è il vero rating. Che il Btp Valore non solo non prezza. Ma, addirittura, sfrutta.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.