Un recente sondaggio condotto in Francia mostra che più di due terzi dei cittadini sono preoccupati per l’immigrazione. Per Michel Aubouin, prefetto onorario ed ex direttore dell’integrazione degli stranieri e della naturalizzazione presso il Ministero dell’Interno il problema è un altro, l’integrazione. “Tutti capiscono che l’integrazione di un immigrato europeo non è della stessa natura di quella di un immigrato proveniente da un Paese musulmano rigorista“, la premessa nell’intervista a Le Figaro. Il nodo per la Francia riguarda le disposizioni legali che consentono la nazionalità francese a tutti gli stranieri che si stabiliscono lì in modo permanente, “anche se non accettano le regole“. Dunque, Aubouin spiega: “Se la naturalizzazione è il risultato di un’integrazione riuscita, non si può dire lo stesso dell’accesso ‘automatico’ alla nazionalità“.
Il Parlamento francese dovrebbe allora decidere la politica migratoria di cui ha bisogno la Francia, senza necessariamente rivedere la sua Costituzione. “Sottoposte alle nostre stesse regole europee, Danimarca e Svezia stanno proteggendo con successo i loro confini. Soprattutto, è urgente rivedere le regole imposte dall’Europa“. Aubouin bacchetta Bruxelles: “I decisori sbagliano a pensare che l’immigrazione sia un’opportunità per la demografia. C’è il rischio che porti alla scomparsa delle culture nazionali“.
AUBOUIN “GLI ERRORI DELLA FRANCIA SULL’IMMIGRAZIONE”
“La politica migratoria è innanzitutto una questione di accordi tra Stati. Dovrebbe essere lasciata alla diplomazia“, prosegue Michel Aubouin, il quale ha le idee molto chiare sulle misure in tema di immigrazione che la Francia dovrebbe rivedere. In primis, la naturalizzazione, che “in quanto processo volontario, dovrebbe essere incoraggiata“. Ma a Le Figaro spiega che “è urgente rivedere la concessione automatica della cittadinanza“. Ad esempio, un bambino nato in Francia e che frequenta lì la scuola può ottenere la cittadinanza a 13 anni, anche se i genitori sono in una situazione irregolare. Ma questi, proprio per essere genitori di un bambino francese, godono di uno status protettivo che apre loro la strada alla regolarizzazione.
“Ma lo scandalo più grande riguarda i minori non accompagnati affidati al sistema di assistenza all’infanzia – circa 60.000 – che diventano francesi quando diventano maggiorenni e contribuiscono all’immigrazione dei genitori che li hanno abbandonati. Legge contro morale!“, attacca il prefetto onorario, secondo cui anche il sistema del 1968, che favorisce l’immigrazione dall’Algeria tramite la concessione di un certificato rilasciato dalla legge, va rivisto. Così come ritiene che vada migliorato l’insegnamento della lingua francese affinché chi aspira alla cittadinanza francese possa esprimersi correttamente. Infine, una riflessione sulla religione: “Penso che, nonostante il loro rapporto storicamente distante con la religione, i francesi rimangano cristiani. L’unica domanda è: fino a quando la religione cattolica rimarrà la religione maggioritaria in un Paese che è diventato la prima nazione musulmana d’Europa?“.