Nel processo Open Arms, nel quale Matteo Salvini è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver impedito quattro anni fa da ministro dell’Interno di far approdare a Lampedusa la nave per fare scendere i naufraghi soccorsi nel Mediterraneo, la deposizione del fondatore Oscar Camps è senza dubbio uno spartiacque per difesa e parti civili, sebbene da punti di vista differenti. Infatti, l’avvocato Giulia Bongiorno, legale di Salvini, ha rimarcato che questa testimonianza «fa emergere che la nave spagnola non fu abbandonata come è stato sempre detto», ma «quasi coccolata». Ciò, dunque, smonta «il capo d’imputazione dell’accusa». L’altro colpo di scena è rappresentato dalla corrispondenza tra Camps e l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel. Infatti, ha parlato di questo scambio, avvenuto per tramite dell’ambasciatore tedesco a Madrid.
Peraltro, è un particolare che a detta delle parti civili dimostra che non c’era alcuna intenzione da parte della ong di aggirare le disposizioni delle autorità per approdare a Lampedusa. Sono tre, comunque, le e-mail in tedesco inviate da Oscar Camps alla Merkel, datate 5, 7 e 16 agosto 2019. Su richiesta della difesa, sono state acquisite dai giudici. Invece, non è stata consegnata la risposta di Merkel. «Non posso rivelarne il contenuto, posso dire che è intervenuta nei confronti del Parlamento europeo», ha dichiarato il patron dell’ong uscendo dall’aula, rivelando di aver avuto contatti anche con la Francia. «Ho scritto anche al presidente Macron, ho ricevuto la risposta del suo ufficio di gabinetto, ma anche questa è privata». Ma è stata anche acquisita la lettera che Camps aveva consegnato il 7 agosto all’ambasciatore, in cui chiedeva «un intervento della Commissione europea per favorire la collaborazione e parlare dell’atto che impediva di entrare in una Paese europeo che non ritenevamo giusto né legale. L’ambasciatore ha fatto avere la richiesta alla signora Merkel che ci ha risposto che stava lavorando su questo argomento e che sarebbero intervenuti nella riunione del Parlamento europeo».
CAMPS “PER IL SOCCORSO NON ESISTONO LIMITI”
Matteo Salvini nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo ha ascoltato anche il medico Inas Urrosolo e il primo ufficiale Ricardo Barriuso. Come riportato dall’Ansa, i testi hanno raccontato di donne e minori abusati sessualmente, naufraghi con ferite d’arma da fuoco, hanno descritto condizioni igienico-sanitarie disastrose, parlato di persone che dormivano sul legno dello scafo in trenta centimetri di spazio, poca acqua potabile. Ma hanno ricordato anche l’attesa in mare, interrotta quando il Tar accolse il ricorso contro il decreto che vietava l’ingresso nelle acque italiane. Quindi, la svolta con la decisione del procuratore di Agrigento, Luigi Pattinaggio, di far sbarcare tutti a Lampedusa dopo che aveva verificato la situazione di degrado a bordo di Open Arms. I testimoni hanno riferito di casi di scabbia, tentativi di suicidio e di fuga, con migranti che si sono gettati in mare nel tentativo di raggiungere a nuoto la terraferma. «Erano tutti provati per una situazione assolutamente insalubre», ha dichiarato Camps ai giudici.
L’avvocato Bongiorno, citando il diario di bordo, ha però contestato le caratteristiche tecniche della nave della ong, in quanto la certificazione iberica fissava a 19 il numero massimo di persone che poteva trasportare, invece c’erano 19 persone dell’equipaggio e 147 migranti. A tal proposito, Camps ha spiegato che «bisogna distinguere fra trasporto e salvataggio, per il soccorso non esistono limiti e i naufraghi proprio per questioni di sicurezza devono essere condotti nel porto vicino più sicuro, che Roma non ha mai indicato». Invece, per raggiungere i due porti che erano stati messi a disposizione dalla Spagna, servivano «dai tre ai cinque giorni di navigazione». Anche se le condizioni meteo-marine erano buone, le condizioni di stress, sanitarie e igieniche a bordo non lo consentivano, a detta del patron di Open Arms.
LEGALE DI SALVINI: “OPEN ARMS ACCUDITA, QUASI COCCOLATA”
Al termine dell’udienza del processo Open Arms, l’avvocato Giulia Bongiorno ha parlato di «un passo avanti verso la possibilità di dimostrare, anche in tempi rapidi, la condotta dell’Italia nei confronti di Open Arms». A proposito di Oscar Camps, ha aggiunto che «ha ammesso davanti a tutti che riceveva dalla guardia costiera continue richieste di disponibilità e continue sollecitazioni a farli sbarcare: era sufficiente attestare le condizioni mediche. Credo che con quelle dichiarazioni una parte del processo sia finita». Secondo la difesa di Matteo Salvini, «forse questa è l’udienza che in assoluto ha fatto emergere in maniera nitida, più delle altre, quanto in realtà la Open Arms sia stata accudita e direi quasi coccolata». A proposito del fatto che si diceva che la Open Arms fosse stata abbandonata, per Bongiorno «oggi invece è stato dimostrato che la nave era al centro dell’attenzione da parte di tutte le autorità. Ha ricevuto più mail nelle quali si diceva che se fossero state attestate le condizioni di salute sarebbero scesi subito e ci sono delle telefonate nelle quali i medici dicevano di essere pronti a dare aiuto e soccorso, bastava attestare le loro condizioni». Il legale ha spiegato che che Open Arms «era come sotto monitoraggio con aerei che sorvolavano per dare una mano, Merkel disponibile a chiedere un aiuto a livello europeo, la Spagna che diceva di essere disponibile a ricevere e l’Italia che diceva ‘se state male veniamo’. L’esatto opposto della ricostruzione fornita dal capo d’imputazione, che parla di una nave abbandonata». Inoltre, dall’udienza odierna è emerso «in maniera assolutamente chiara che Camps in realtà parlava con le autorità europee, che in Italia si pensava alla redistribuzione, che la Spagna offriva porti e che la guardia costiera scriveva: ‘se state male scendete’. Quindi, non si capisce perché non sono scesi subito».
RICHARD GERE CHIAMATO A TESTIMONIARE?
Ma anche Matteo Salvini è intervenuto al termine dell’udienza del processo Open Arms. «Dall’udienza di oggi a Palermo, dove rischio fino a 15 anni di carcere, sono emerse notizie interessanti: la Ong aveva rifiutato, anche se non aveva ancora immigrati a bordo, di aiutare Alan Kurdi che lamentava di averne troppi. Poi l’imbarcazione spagnola veniva assistita in tutti i modi, con continue telefonate dall’Italia, potendo perfino contattare personaggi del calibro di Angela Merkel e Richard Gere. Inoltre aveva declinato sdegnosamente gli aiuti e i porti di Malta e Spagna, a costo di aumentare i giorni di navigazione: l’obiettivo era sbarcare solo in Italia», ha dichiarato il ministro e leader della Lega. La prossima udienza è stata fissata al 7 luglio. Ci sono ancora circa 80 testimoni da sentire, motivo per il quale il presidente Roberto Murgia ha consigliato alle parti di sfoltire gli elenchi, in quanto al ritmo attuale il processo si concluderebbe tra 3 anni. Inoltre, ha proposto di fissare due udienze al mese, anziché una, a partire da settembre-ottobre. Tra questi potrebbe esserci Richard Gere. Fonti dell’ong Open Arms hanno confermato, come riportato dall’agenzia di stampa EFE, che all’attore è stato chiesto di testimoniare, ma non è ancora stato contattato per verificare la sua disponibilità. L’avvocato di parte civile della Open Arms, Arturo Salerni, ha anticipato che nell’udienza del 7 luglio chiederà di citare l’attore Richard Gere per il 15 settembre.