Andando avanti nella sua intervista, Al Bano non poteva che dedicare anche un ricordo alla sua celebre e storica ex partner, tanto musicale quanto amorosa, Romina Power. “Per lei andavo a rubare le rose e gliele portavo. È stato un bell’incontro. Sapendo che era figlia di divorziati”, racconta della rottura, “non solo mamma e papà ma anche nonni e zii, sapevo che sarebbe arrivato anche il mio turno, ma non volevo perdermi neppure un giorno del nostro rapporto. Sono nati 4 stupendi figli, abbiamo vissuto una tragedia e lei…”, ma si interrompe e preferisce non continuare il discorso, nel rispetto di Mara Venier. “Ero preparato alla rottura”, riprende il cantante, dal discorso precedente, “ma quando arrivò non me lo aspettai veramente. Lo sapevo, ma con gli anni pensavo che magari mi ero sbagliato e che sarebbe durata. Invece non mi sbagliavo”.
Ma dopo Romina, per Al Bano arrivò anche Loredana Lecciso. “Ci incontrammo portando i figli a scuola. Il destino ha voluto questo incontro e l’abbiamo preso come si prende un cavallo imbizzarrito. Non pensavo sarebbe durato molto questo incontro, ma è durato più di quanto tutti e due pensavamo. È una donna intelligentissima, ha tantissime qualità, ma ogni tanto si perde in se stessa”. Ora “forse sta rivedendo tutto quello che ha fatto” e ha deciso di ritirarsi dalle scene, non facendosi quasi più vedere in televisione.
L’inizio della carriera di Al Bano Carrisi
Al Bano Carrisi è stato ospitato nell’ultima, attesissima, puntata di Domenica In, nel salotto di Mara Venier dove ha deciso di raccontarsi, partendo dalla sua infanzia e ripercorrendo tutta la sua importante e celebre carriera. Partendo proprio da quando decise di abbandonare il piccolo comune di Cellino San Marco, in provincia di Brindisi, per cercare la fama e il successo a Milano, inseguendo il suo grande sogno, ricorda che il primo viaggio fu “il 5 maggio del 1961. Per la prima volta partivo dal sud per andare al nord”.
Al Bano confessa che “da anni volevo partire, ero in seconda magistrale e capii che non c’entravo più niente nel mondo scolastico. Mio padre aveva bisogno di braccia per l’agricoltura, mia mamma voleva un professionista, e per non scontare nessuno dei due ho preso la terza via, che mi ha portato qua. A Milano dormivo in una casettina, dipingevo le porte di un palazzo in costruzione e non sapendo dove andare per dormire, vidi il guardiano che stava in una guardiola e lo feci anche io. Presi una stanzetta ma non c’era niente, neanche le finestre o la porta”, ricorda Al Bano, “la feci io con delle assi di legno. Non mi sentivo solo, perché sapevo che senza sacrifici non avrei ottenuto niente, ho seguito questa certezza”.
Al Bano: “Ai miei mentii, pensavano fossi impiegato”
Andando avanti nel suo racconto, Al Bano ricorda anche i primi, difficili, mesi a Milano. Racconta che “non mi pagarono per 20 giorni. Ero alla fame, con le ultime 1000 lire, presi dei panini e vidi scritto ‘ananas’ vicino alla carne in scatola, pensavo fosse una carne particolare e la comprai. Non avevo mai sentito la parola ananas, ma per una settimana mangiai solo quella con il pane”. Ma poi, la ruota, fortunatamente, girò e portò il celebre cantante nel posto giusto, al momento giusto.
Al Bano ricorda che dopo aver fatto l’aiuto muratore, “andai a fare il cameriere, perché nel ristorante mi avrebbero dato anche da mangiare. Feci 8 mesi, giorno e notte, ma mangiai tutti i giorni. Con mamma e papà fui imbroglione, dissi che ero impiegato nel comune di Milano, ma non era una bugia, perché comunque ero all’interno del comune di Milano, e ci credevano. Guadagnavo 25mila lire al mese, 15 le mandavo a casa, e per fortuna non avevo vizi, volevo far vedere a mamma che ero impiegato a Milano. Il loro sogno era che io tornassi”, ma Al Bano era certo del suo progetto e scelse di seguirlo. “Andavo ad ogni festival in cui cercavano cantanti, mi piazzavo sempre secondo/terzo, poi Celentano cercò voci nuove, feci il provino e mi prese”.