Monta la preoccupazione in Francia in vista del 2035, quando entrerà in vigore il divieto delle auto a benzina e diesel, in favore delle elettriche e delle vetture alimentate ad e-fuel. Se ne parla stamane sul quotidiano Le Monde, che dopo aver elencato tutta una serie di investimenti del governo di Macron nel settore della mobilità elettrica, per un totale di 20 miliardi di euro entro il 2030, sottolinea: “Serve produrre veicoli più efficienti e a basso consumo di carburante e di risorse, che siano accessibili a tutti coloro che dipendono dall’automobile”.
E ancora: “Quelli che ne rimarranno dipendenti (delle auto ndr), in particolare nelle zone rurali, potranno permettersi i veicoli elettrici prodotti? Come rispondere alle preoccupazioni, condivise da industriali e scienziati, sulla disponibilità di materiali per produrre batterie, infrastrutture di ricarica e persino elettricità per la loro carica? Cosa dire alle centinaia di migliaia di lavoratori dell’industria del veicolo termico che si fanno domande sul loro futuro?”. Domande lecite che spesso e volentieri si è posto anche il governo italiano in questo periodo di grandi trasformazioni.
AUTO ELETTRICHE, LA RIFLESSIONE DI LE MONDE: “ECCO COSA SERVE”
Secondo Le Monde l’attuale strategia è ancora indecifrabile e c’è il rischio di arrivare in un “vicolo cieco”. Il quotidiano francese si sofferma nuovamente sul mondo del lavoro, con il rischio di perdere migliaia di posti che una delocalizzazione nel campo delle batterie potrebbe non compensare. Inoltre, le case automobilistiche si stanno orientando verso vetture sempre più pesanti e potenti, e ciò secondo Le Monde non dovrebbe essere sovvenzionato in quanto in antitesi rispetto ad un mondo più pulito a cui ambisce appunto l’auto elettrica. In Francia è stato introdotto un “leasing sociale” da 100 euro al mese per acquistare utilitarie elettriche che però, come fa notare Le Monde, non vengono prodotte in Francia.
Servirebbe quindi una politica proattiva di diversificazione che associata a nuove industrie e servizi potrebbe portare alla creazione di 200mila posti di lavoro, rispondendo così a eventuali perdite dell’industria meccanica. Quindi Le Monde conclude: “Come fare? Chiediamo al governo di organizzare gli Stati Generali dell’automobile, riunendo tutti gli attori a livello nazionale e territoriale. Si tratterà di determinare, insieme, il reindirizzamento di mezzi pubblici e privati per l’automobile indirizzandoci su traiettorie socialmente accettabili e credibili per il nostro industria e per il clima”.