Nel 2021 un 13enne residente a San Felice del Benaco, comune bresciano da poco più di 3mila anime, sparò ed uccise, per sbaglio, la sorella di 15 anni, Viola. Una vicenda che scosse il piccolo comune, ma che non rappresentò una sfida per gli inquirenti, che in brevissimo tempo riuscirono a ricostruire quanto accaduto. Il padre dei due ragazzini, infatti, disse subito che la colpa era esclusivamente sua, e data la minore età del figlio 13enne che sparò ed uccise la sorella, venne processato al posto suo. Il processo si è concluso oggi, con un patteggiamento da parte dell’uomo che dovrà fare poco meno di due anni di carcere.
13enne sparò ed uccise la sorella: cosa è successo
Insomma, nonostante il 13enne sparò ed uccise la sorella di 15 anni, a prendersi la colpa, e le conseguenze legali, è stato il padre di entrambi. Nessuno, tra procura ed inquirenti, ha mai avuto il dubbio che quella morte fu accidentale, ma l’evento avrebbe rappresentato una noncuranza dell’uomo nella custodia delle armi da fuoco, legalmente detenute grazie ad un porto d’armi da cacciatore. In casa, infatti, gli inquirenti trovarono una decina di armi da fuoco, tra pistole e fucili, tutte legali.
I fatti relativi al 13enne che sparò ed uccise la sorella 15enne Viola risalgono all’ottobre del 2021. Il 16 il padre dei due ragazzini, Roberto Balzaretti, stava giocando con il figlio, mostrandogli uno dei suoi tanti fucili presenti in casa. Dalla camera da letto, il ragazzino avrebbe puntato il fucile in corridoio, dove per una fatalità stava passando la sorella, che venne attinta in pieno petto da un colpo sparato per errore (forse il ragazzo non sapeva che l’arma era carica, o non sapeva sparare) che si rivelò immediatamente fatale. All’arrivo dei soccorsi sul luogo l’uomo disse subito che “è tutta colpa mia”, in lacrime. Gli inquirenti riuscirono, poi, a ricostruire il fatto che il 13enne sparò ed uccise la sorella, non il padre, ma dato che era minorenne non venne perseguito legalmente.