La Germania punta ad “ammorbidire” l’accordo sui migranti raggiunto in Europa. Nel mirino dei socialdemocratici e dei Verdi al governo tedesco sono finiti i prossimi negoziati col Parlamento europeo. Visto che la spinta del governo non è stata sufficiente, l’obiettivo è apportare delle modifiche alla riforma del processo europeo comune di asilo, su cui si sono concentrate le critiche della coalizione tedesca di centrosinistra. Il principale obiettivo era quello di includere l’esenzione delle famiglie con bambini dalle procedure di richiesta d’asilo ritenute controverse.
“Continuiamo a sostenere con forza lìesenzione per le famiglie con bambini“, ribadisce Lars Klingbeil, co-presidente dei socialdemocratici (SPD) in Germania, in conferenza stampa. In merito ai futuri negoziati interistituzionali sui migranti che potrebbero portare a nuovi emendamenti, Klingbeil ha già lanciato un segnale: “Il Parlamento europeo avrà un ruolo molto importante“. A confermare la continua spinta del partito tedesco anche Katarina Barley, uno dei principali delegati dell’SPD per l’Ue, nonché vicepresidente del Parlamento europeo.
“PRESSIONE ELEVATA DALLA GERMANIA SUL CONSIGLIO”
“In sede di Consiglio, la Germania non ha ottenuto la maggioranza per la sua richiesta di esentare le famiglie con bambini dai processi rapidi” alle frontiere europee, ha dichiarato Barley a Euractiv. Ma ha anche sottolineato che “resta per i socialdemocratici una priorità che continueremo a spingere durante i nostri negoziati con il Consiglio“. Ricarda Lang, co-presidente del partito dei Verdi, si è detta certa ai microfoni di ARD che gli europarlamentari tedeschi “spingeranno per ottenere miglioramenti durante i negoziati nel trilogo e nel Parlamento europeo, come ad esempio le esenzioni per” le famiglie con bambini.
Ciò nonostante il suo partito sia diviso sull’accordo, infatti c’è la base dei membri di sinistra che è contraria alle parti più restrittive. Ma Barley resta fiduciosa sul fatto che il Parlamento europeo possa apportare un cambiamento all’accordo. Infatti, sarà esercita una pressione “elevata” sul Consiglio, oltre a sottolineare che non può passare inosservato il ruolo del Parlamento Ue come “legislatore equo“.