È ancora più grande la rabbia in casa Forza Italia per la persecuzione giudiziaria subita da Silvio Berlusconi nel giorno dei suoi funerali. Vittorio Sgarbi ha invocato una commissione d’inchiesta per quanto accaduto, ma non è tutto. Lo scorso 3 giugno il Cavaliere ha inviato una lettera all’esponente parmigiano Giovanni Paolo Bernini: “È un testamento politico importante sul tema giustizia e dal punto di vista umano”.
“Negli ultimi 20 anni della storia italiana, abbiamo assistito a molte vicende giudiziarie cariche di odio ideologico, talvolta di pressapochismo investigativo e soprattutto abbiamo assistito ad una forma di lotta politica che ha utilizzato le procure giacobine della magistratura per delegittimare gli avversari politici e per ostacolare, come nel caso che descrivi nel libro, la ricerca delle reali responsabilità di gravi reati”, le parole di Berlusconi.
Berlusconi e il testamento politico sulla magistratura
Il Cav non ha mai fatto mistero della sua certezza di aver subito dei veri e propri colpi di Stato: “Troppo spesso i destini di governi locali e nazionali, come fu per il mio primo Governo, furono abbattuti con l’arma giudiziaria per distogliere l’attenzione dai reali bisogni dei cittadini”. I parlamentari di Forza Italia hanno acceso i riflettori in particolare sulle tante accuse mosse contro l’ex premier, così il senatore Zanettin: “E’ stato un attacco oltre ogni limite di sopportazione. Penso tra l’altro alla vicenda Ruby. Ora il governo porti avanti le battaglie di Berlusconi e non tradisca il dna di Forza Italia”.
Nelle scorse ore anche Matteo Renzi si è soffermato sul trattamento riservato al Cav: “Che vi sia stata una parte della magistratura politicizzata, a cui do un nome, Magistratura Democratica, che gli abbiano fatto un’aggressione giudiziaria è un dato di fatto. Per me l’aggressione giudiziaria si vede dal fatto che non si tratta di un singolo processo. L’aggressione giudiziaria c’è e Berlusconi ha sbagliato la risposta con le leggi ad personam. E l’errore della sinistra è stato di sfidarlo sul tema del vattene a casa perché sei inquisito, invece di sfidarlo sulla politica”, le sue parole a Tagadà.