CDM APPROVA LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DEL MINISTRO NORDIO
Il Cdm ha approvato in via definitiva la riforma della giustizia del Ministro Nordio, così come le norme/riforme sulla Pubblica Amministrazione e la giustizia sportiva: a seguire è in corso la conferenza stampa del Vice Presidente e Ministro Antonio Tajani (che ha aperto l’intervento dedicando i lavori a Silvio Berlusconi e presentando la nuova sala stampa dopo la ristrutturazione degli ultimi due anni, ndr), del Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, del Ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR Raffaele Fitto, del Ministro della Giustizia Carlo Nordio e del Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo.
«Cambieremo la Costituzione: ancora oggi abbiamo in codice di procedura penale elementi appartenenti all’ordinamento fascista. Vogliamo realizzare l’idea liberale e garantista, eroe della Resistenza (e membro socialista), il prof. Vassalli il cui codice venne snaturato dalla Costituzione all’epoca»: così ha spiegato il Ministro della Giustizia Carlo Nordio dopo l’approvazione del primo pacchetto di norme del Ddl Giustizia, spiegato nei suoi capitoli principali sempre in conferenza stampa seguibile in diretta qui.
CDM GOVERNO MELONI: OGGI LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA “DEDICATA” A BERLUSCONI
Il varo della riforma della giustizia come omaggio alla memoria dell’ex Premier Silvio Berlusconi, salutato da tutto il Governo ieri in Duomo per i funerali di Stato: nel pomeriggio si è poi tenuto il pre-Consiglio in vista del CdM previsto oggi alle ore 18 a Palazzo Chigi con a tema il tanto “chiacchierato” in questi mesi ddl Nordio sulla giustizia. «L’ex premier è stato un indiscusso protagonista della vita del Paese, a lungo anche nel dibattito intorno alla giustizia, che ha sempre inteso orientare in senso garantista»: lo ha detto il Ministro della Giustizia Carlo Nordio nel suo primo commento a caldo dopo la notizia della morte del compianto Cavaliere.
Dalla stretta su intercettazioni e traffico d’influenze ai limiti posti appello per i pm, fino al “pomo della discordia” con l’Anm, ovvero l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio: questi i punti cardine della bozza di un unico disegno di legge (dunque non un decreto d’urgenza, ndr) composto da 8 articoli. Serviranno mesi di lunghe discussioni in commissione e in Parlamento per trovare il giusto accordo tra disegno di legge ed emendamenti delle opposizioni, tra le quali l’area Azione-Italia Viva ha già detto che parteciperà attivamente in quanto condivide molti dei punti in agenda. In merito al punto più spinoso, ovvero l’addio all’abuso d’ufficio, Nordio ha provato già a tranquillizzare le fibrillanti “polemiche” sulla norma destinata ad impensierire Europa e mercati: «cedimento su lotta alla corruzione? La potenzieranno. Abbiamo ben 30 norme contro i funzionari infedeli».
NORDIO SUL DDL GIUSTIZIA: “I MAGISTRATI NON POSSONO CRITICARE LE LEGGI”
In attesa dell’inizio del CdM confermato per le ore 18 a Palazzo Chigi, l’odg del Consiglio dei Ministri vede oltre alla riforma della giustizia con il ddl Nordio anche la ratifica dell’addio all’ANPAL, misure sul Giubileo 2025 e sulla giustizia sportiva (con stop ai punti di penalizzazione a campionato in corso e riformulazione norme sulle plusvalenze, prendendo spunto dal caso Juventus esploso quest’anno).
Intervistato da SkyTG24 prima del CdM, il Ministro Carlo Nordio è tornato sul ddl Giustizia soffermandosi sulle critiche ricevute dai magistrati ancora in queste ore: «E’ patologico che in Italia molto spesso la politica abbia ceduto alle pressioni della magistratura sulla formazione delle leggi. Questo è inammissibile. Il magistrato non può criticare le leggi, come il politico le sentenze. Ascoltiamo tutti, ma il governo propone e il Parlamento dispone. Questa è la democrazia e non sono ammesse interferenze». Ancora con forte riferimento alle polemiche sollevate dall’Anm, Nordio ribadisce «c’è stato un rapporto molto conflittuale fin dagli inizi dell’operazione Mani pulite, alla quale ho partecipato anche io […] il governo aveva la necessità di portare ora un pacchetto di orientamento garantista. Si interverrà sulla tutela della dignità e dell’onore delle persone che vengono coinvolte senza saperlo e senza essere interessate nelle intercettazioni telefoniche». Sull’abuso d’ufficio, il Guardasigilli conclude «È un reato cosi evanescente e carico di danni, ammessi da tutti gli amministratori italiani, compresi rappresentanti del Partito democratico, che nonostante fosse stato mutato ha sempre continuato a portare conseguenze perniciose, costituite dalle iscrizioni nel registro degli indagati, dalla diffusione delle informazioni di garanzia anche a mezzo stampa, dalla delegittimazione di molti personaggi politici che hanno visto compromessa anche la carriera politica, per poi concludersi nel nulla». In riferimento alla recente scomparsa del leader di Forza Italia, Nordio aggiunge «La coincidenza con la dolorosa scomparsa di Silvio Berlusconi da un lato può costituire un tributo per la sua battaglia, ma dall’altro ha il rammarico di impedirgli di assistere al primo passo per una riforma radicale di una giustizia garantista che lui auspicava».
DDL GIUSTIZIA, COSA CONTIENE LA BOZZA DELLA RIFORMA NORDIO IN CDM
Intercettazioni, custodia cautelare, informazione di garanzia, reati contro la pubblica amministrazione, a partire dall’ abuso d’ufficio e dal traffico di influenze illecite: sono queste le misure principali della bozza del ddl Nordio sulla giustizia, la riforma in arrivo oggi in Cdm (qui l’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri n. 39). Ecco qui di seguito, nel dettaglio, quali sono i provvedimenti principali discussi ieri nel pre-Consiglio dei Ministri e che potrebbero trovare semaforo verde oggi a Palazzo Chigi; qui in
Abuso d’ufficio
Si va verso l’abrogazione dell’abuso d’ufficio «a causa di un’anomalia che persiste anche dopo le tante modifiche intervenute: lo squilibrio tra le iscrizioni nel registro degli indagati e le effettive condanne». Lo si legge nella relazione che accompagna la bozza del ddl giustizia del Ministro Nordio: «il numero delle iscrizioni nel registro degli indagati resta ancora alto: 4.745 nel 2021 e 3.938 nel 2022; di questi procedimenti, 4.121 sono stati archiviati nel 2021 e 3.536 nel 2022. Solo 18 invece le condanne in primo grado nel 2021. Il governo non esclude in futuro di sanzionare condotte in forza di eventuali indicazioni di matrice euro-unitaria». Qui il nostro focus sull’abuso d’ufficio nel Ddl Nordio
Avviso di garanzia
Cambia anche l’istituto dell’avviso di garanzia, su stretta imponente del Ministro della Giustizia («La sola informazione di garanzia è un’anticipazione di condanna», aveva detto il Guardasigilli): dovrà obbligatoriamente contenere una “descrizione sommaria del fatto”, oggi non prevista. E la notificazione – si legge nella relazione anticipata dall’ANSA – dovrà avvenire «con modalità che tutelino l’indagato da ogni conseguenza impropria». In definitiva, l’avviso di garanzia «si limita la possibilità di impiego della polizia giudiziaria alle sole situazioni di urgenza che non consentano il ricorso alle modalità ordinarie».
Intercettazioni
Forte stretta nella riforma della giustizia della pubblicazione di intercettazioni, anche qui forte componente della linea garantista di Carlo Nordio: «Non ho mai dato la colpa ai giornalisti per la pubblicazione di intercettazioni, se è un atto secretato quella notizia non dovrebbe uscire». Nella bozza del ddl Nordio, si legge come le intercettazioni potranno finire su giornali e siti solo se il contenuto «è riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento». Più rigore viene chiesto al giudice e al pm: «dovranno stralciare dai brogliacci e dai loro provvedimenti i riferimenti alle persone terze estranee alle indagini». Qui il nostro focus sulle intercettazioni nel ddl Nordio
Traffico di influenze
Nella riforma del Governo Meloni si legge poi anche la «Riduzione dell’ambito applicativo del reato di traffico di influenze illecite, che viene limitato a condotte particolarmente gravi». Aumenta però la pena minima del reato e scatta la non punibilità se chi ha commesso il reato collabora con la giustizia.
Appello processi
Secondo la relazione della bozza di ddl Nordio, il pm non potrà più presentare appello contro le sentenze di assoluzione «relative a reati di contenuta gravità», tenendo comunque conto dei limiti del potere di appello dell’imputato introdotti dalla riforma Cartabia. Restano ovviamente appellabili per i pm le decisioni di assoluzione per i reati più gravi, «compresi tutti quelli contro la persona che determinano particolare allarme sociale, tra i quali sono ricompresi i reati cosiddetti da codice rosso».
Custodia cautelare
Infine, secondo la riforma della giustizia voluta dal Ministro Nordio, sarà un giudice collegiale e non solo un magistrato a decidere durante le indagini «l’applicazione della custodia cautelare in carcere». In queste competenze del giudice collegiale rientrano poi «le pronunce di aggravamento che comportino l’applicazione della misura la cui adozione è ordinariamente collegiale» e «l’applicazione provvisoria delle misure di sicurezza detentive». La novità non varrà se la misura è adottata nell’ambito delle procedure di convalida di arresto o di fermo: tale norma comunque non entrerà subito in vigore ma tra due anni, viste le carenze di organico della magistratura (previsto già incremento dell’organico della magistratura con 250 nuove “toghe” per le funzioni giudicanti del primo grado).
I MAGISTRATI BOCCIANO LA RIFORMA NORDIO SULLA GIUSTIZIA
Da giorni prosegue il braccio di ferro tra Via Arenula e categorie dei magistrati sul tema della riforma della giustizia: in particolare, è scontro aperto con l’Anm di Giuseppe Santalucia, presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati che ancora ieri ha bocciato sonoramente il ddl Nordio. «Il disegno di legge sulla giustizia non ha ambizioni importanti, sistematiche, ma contiene modifiche che, a mio giudizio, non vanno nella direzione giusta», attacca il magistrato.
In particolare, alle toghe non piace «l’eliminazione dell’abuso d’ufficio, il giudice collegiale per la custodia cautelare in carcere e la limitazione dei poteri di appello del pm contro le sentenza di proscioglimento». Per quanto riguarda la limitazione alla pubblicazione di alcune conversazioni, aggiunge, «si crea un’ulteriore tensione tra diritto dell’informazione e diritto dell’imputato». In particolare sull’abuso di ufficio abrogato dalla riforma Nordio, il n.1 dell’Anm accusa «crea un vuoto di tutela che non riesco spiegarmi. Che poi i processi siano pochi non vuol dire che i reati non ci siano. Vedo poi una limitazione unilaterale del potere della parte pubblica non bilanciata, come la Corte costituzionale ha detto sia necessario, da una concorrente limitazione del potere di impugnazione delle parte private. L’alterazione dell’equilibrio è significativa per tutte le sentenze di proscioglimento di alcuni reati». Di recente l’Anm ha chiesto un incontro urgente al Ministro della Giustizia per discutere della riforma, trovando l’assenso del Guardasigilli.