ORDINE DEI GESUITI FANNO DIMETTERE PADRE RUPNIK: ECCO IL MOTIVO
Dallo scorso 14 giugno Padre Marko Ivan Rupnik non è più un gesuita: la decisione presa dall’Ordine della Compagnia di Gesù è perentoria e arriva al termine di mesi di forti polemiche per le accuse/denunce a carico del noto artista degli straordinari mosaici in diversi santuari nel mondo (Lourdes compresa, ndr) per abusi sessuali.
La decisione è stata presa dal “Team Referente per casi di denunce nei confronti di gesuiti della Delegazione per le case e opere Interprovinciali Romane della Compagnia di Gesù” – un organismo di indagine interno – con la firma del comunicato finale di padre Johan Verschueren, delegato del padre generale dei gesuiti Arturo Sosa. La decisione di dimettere dall’ordine Padre Rupnik è stata assunta lo scorso 9 giugno – informa il quotidiano “Avvenire” – ma è stata presa in «conformità al diritto canonico, a causa del suo rifiuto ostinato di osservare il voto di obbedienza».
ABUSI E DENUNCE: LE ACCUSE CONTRO PADRE RUPNIK
Il “caso Rupnik” nasce nel 2015 con le prime accuse presentate contro Padre Rupnik, ma è nel 2018 che il “dossier” arriva alla Compagnia di Gesù: «Si trattava di accuse di molestie sessuali e di assoluzione di una complice da parte di padre Rupnik nel peccato contro il sesto comandamento», spiega ancora P. Johan Verschueren SJ, Delegato del Padre Generale Arturo Sosa SJ e Superiore Maggiore per Case e Opere Internazionali di Roma (DIR). Seguì a quel punto una lunga indagine interna all’ordine che attestò una forte credibilità delle accuse, tanto da imporre misure restrittive a Rupnik.
Dopo il verdetto del processo amministrativo penale – voluto dalla Compagnia – nel gennaio 2020 Padre Rupnik venne condannato, con la ratifica poi nel maggio successivo che comportò la messa in stato di scomunica latae sententiae. Come però rileva ancora “Avvenire”, quella stessa scomunica venne poi revocata a seguito delle ammissioni di Rupnik e della richiesta di perdono. «Gli furono imposte restrizioni amministrative per un periodo di tre anni, che non gli impedirono di continuare la sua attività pubblica e di ricevere riconoscimenti», rileva il quotidiano della CEI. Le accuse di abusi sessuali e di potere però non si fermarono e anzi crebbero: «i comportamenti di padre Rupnik denunciati hanno avuto luogo in diversi periodi tra la metà degli anni ’80 al 2018. Coprono un arco temporale di più di trent’anni», si legge in una recente nota dei Gesuiti nel provare a tenere conto complessivamente del “caso Rupnik”. Si tentarono diversi approcci per provare ad evitare la dismissione definitiva ma qui il team degli Gesuiti ravvisa una «mancanza di collaborazione» nell’atteggiamento costante dell’ormai ex gesuita. Accertata l’attendibilità delle denunce e fatte proprie le indicazioni e le raccomandazioni del team, «i superiori hanno imposto a padre Marko Rupnik di cambiare di comunità e di accettare una nuova missione come ultima possibilità da gesuita»; di fatto gli si chiese «di fare i conti con il proprio passato e di dare un segnale chiaro alle numerose persone lese che testimoniavano contro di lui, per poter entrare in un percorso di verità». Di fronte però al reiterato rifiuto di Marko Rupnik di obbedire a questo mandato, conclude la nota, «l’unica soluzione rimasta è stata «la dimissione dalla Compagnia di Gesù dal 14 giugno 2023, data in cui ha ricevuto il decreto di dimissione, conformemente alle norme canoniche, ha 30 giorni di tempo per far ricorso».