Anche Anna Paola Concia si scaglia contro il politicamente corretto, come quello dell’ideologia woke, che vuole combattere ogni forma di discriminazione etnica, ma rischiando a sua volta di esserne responsabile. Lo dimostra il caso della Johns Hopkins University di Baltimora, negli Stati Uniti, al centro di una bufera a causa della definizione di lesbica nel suo glossario. Prima era definita «una donna emotivamente, sentimentalmente, sessualmente, affettivamente o relazionalmente attratta da altre donne». In un momento che non è stato ancora individuato, la definizione è cambiata: «Un non-uomo attratto da non-uomini». Visto che in inglese articoli e aggettivi hanno genere invariabile, la definizione potrebbe essere tradotta anche così: «Una non-uomo attratta da non-uomini». Viene allora spiegato che «laddove in passato si definiva “lesbica” una donna emotivamente, sentimentalmente e/o sessualmente attratta da altre donne, questa definizione aggiornata comprende anche le persone non-binarie che possano identificarsi con quella designazione».
Le lesbiche, quindi, non necessariamente sono donne? Proprio loro si sono infuriate. Dalla candidata conservatrice alla Casa Bianca Nikki Haley alla tennista Martina Navratilova, fino alla scrittrice J.K. Rowling, “mamma” di Harry Potter. «Ecchecca**o», ha twittato Navratilova, spiegando su Twitter: «“Lesbica” era letteralmente l’unica parola che in inglese non è legata a “uomo” e a “maschio”». La Johns Hopkins University ha poi fatto retromarcia: «Pur essendo il glossario una risorsa messa a disposizione dall’Ufficio per la diversità e l’inclusione della Johns Hopkins University, le definizioni in esso contenute non sono state revisionate o approvate dai dirigenti dall’Ufficio per la diversità e l’inclusione della Johns Hopkins University e quindi il linguaggio in esso adoperato è stato rimosso per essere sottoposto a revisione».
ANNA PAOLA CONCIA E SALVINI CONTRO IL POLITICAMENTE CORRETTO DELLA JOHNS HOPKINS UNIVERSITY
In Italia sulla deriva del politicamente corretto, ormai fuori controllo, è intervenuta Anna Paola Concia, ex parlamentare del Pd ora imprenditrice in Germania, dove abita con la moglie. «Adesso basta, basta davvero. Sono una donna che rispetta tutte le diversità e le accoglie, ma che io, donna lesbica, debba essere considerata una “no man” è un ritorno alla età della pietra. Guardate cari della prestigiosa Università, vi sentite moderni? Siete dei cavernicoli», ha twittato l’ex politica, a cui non basta la retromarcia dell’università americana, che ha cancellato quella definizione di lesbica dal suo glossario. «Non me ne frega niente che lo abbiano rimosso, evidentemente perché sono stato riempito di insulti! Lo hanno scritto!».
Sfogo che Matteo Salvini condivide, infatti su Instagram ha scritto: «Condivido le parole di Anna Paola Concia, che certo non può essere accusata di scarso “progressismo”: la follia dell’estremismo woke arriva ad annullare tutte le identità, compresa quella delle donne lesbiche, ed è grave che questo movimento si diffonda nelle università». Il leader della Lega lancia un allarme: «Se tutto è liquido e indistinto, nella strumentalizzazione ideologica della sessualità, alla fine si cancella l’individuo. Un esito nichilistico che rappresenta un grave pericolo in una società sempre più lacerata e priva di punti di riferimento, e che va combattuto».
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