LE PAROLE DI DAMIANO
In un articolo pubblicato su Ipsoa, Cesare Damiano spiega che “il dato medio delle retribuzioni orarie lorde, quello utilizzato da Eurostat, restituisce, riguardo all’Italia, un quadro apparentemente brillante, con un divario retributivo di genere del solo 4,2%, rispetto a una media dell’Ue del 13%. Tale rilevazione non intercetta, ad esempio, i gap che si rilevano nei premi di produzione, di risultato, di produttività. Né i gap che si accumulano nel corso della vita a causa del divario nel tempo dedicato al lavoro. Divario che è diretta conseguenza dell’impari distribuzione dei carichi familiari. Ancora, la valutazione ‘manca’ i gap che si collegano alla segregazione orizzontale in lavori sottovalutati e quindi sottopagati; o la segregazione verticale nelle fasce retributive più basse degli organigrammi aziendali. Così come i divari che originano dalle interruzioni di percorso, dalle barriere alla carriera. Gap che confluiscono, infine, nell’iniquità dei trattamenti pensionistici. I dati medi sulla retribuzione oraria rischiano, perciò, di rappresentare un criterio troppo sintetico”.
IL TAVOLO SULLA RIFORMA PENSIONI È PRONTO A RIPRENDERE
Dopo la “buriana” di Elezioni, emergenze e lutti improvvisi, riparte in questi giorni il tavolo tra sindacati e Governo su almeno 4 temi di carattere urgente nazionale: la riforma pensioni, il tema industriale, la sanità e la sicurezza sul lavoro. Se il 20 giugno è previsto l’incontro tra il Ministro della Salute Schillaci e i rappresentanti sindacati nazionali, per giungere ad un nuovo colloquio sul fronte previdenza occorrerà attendere lunedì 26 giugno.
È quella infatti la data da cerchiare di rosso sul calendario per l’appuntamento tra i leader di Cgil, Cisl, Uil e Ugl con la Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone: il confronto scatterà sulle opzioni concrete per scardinare la riforma pensioni dell’ex Ministro Fornero, con tempistiche di effettiva validità delle norme previste per i primi mesi del 2024.
LE PAROLE DI SBARRA
Luigi Sbarra, Segretario generale della Cisl, ricorda che sta per riprendere il confronto tra Governo e sindacati che “dovrà essere serrato e pragmatico, lontano da impostazioni ideologiche e da un antagonismo astratto, che rischia solo di isolare il sindacato e di deteriorare le relazioni sociali e industriali. Stiamo ai tavoli con competenza, responsabilità e intransigenza per conquistare avanzamenti concreti rivolti a lavoratori, pensionati e famiglie”. “Arriverà poi il momento di trarre il bilancio di questo confronto, e si può star certi che lo faremo senza sconti, in base alla qualità delle risposte che saranno arrivate”, aggiunge il sindacalista, che poi sottolinea che la Cisl “vuole stare agganciata ai negoziati, portando le proprie proposte ai tavoli, chiedendo concretezza, continuità e stabilità a un metodo partecipativo che va esteso anche ad altri dossier, a partire da una nuova politica dei redditi che contrasti l’inflazione e innalzi il valore reale di salari e pensioni”.
LE PAROLE DI NEVI
Ospite di Mattino 5, come riporta Agenparl, Raffaele Nevi ha ricordato che “Forza Italia si è caratterizzata da sempre per la difesa delle categorie più deboli. Sull’innalzamento delle pensioni minime, in questo caso a 1000 euro, un obiettivo storico del Presidente Berlusconi, dobbiamo insistere. Ne vale della qualità della vita e della dignità di tante persone. Sostenere queste persone significa sostenere il Paese. Ed anche per questo Forza Italia deve continuare ad essere un punto di riferimento per il Paese e per la coalizione di Centrodestra e spingere su questi temi. Dobbiamo proseguire sui nostri argomenti identitari: sul lavoro, sull’abbassamento del cuneo fiscale, che già abbiamo in parte realizzato, contro l’inflazione galoppante, sulle riforme costituzionali e sulla giustizia. Ieri è stato approvato in Cdm il provvedimento sulla giustizia, fortemente voluto dal Presidente Berlusconi e del quale aveva lungamente parlato con il Ministro Nordio. Abbiamo il compito di mantenere alti e vivi i valori che ci ha insegnato, le sue idee, i suoi obiettivi, la sua visione, anche a livello internazionale”.
RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI MARINO
Si avvicina l’appuntamento del 26 giugno, data in cui è fissato un incontro tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni e Mauro Marino spiega che “se l’Esecutivo ha la volontà di approvare qualche provvedimento in tema di pensioni ha alcuni mesi di tempo per realizzare quello che era il programma su cui poi è stato eletto”. In un articolo su pensionipertutti.it, l’esperto previdenziale evidenzia che “cantierare la riforma previdenziale già quest’anno per essere pienamente operativa dall’anno 2024 è pertanto possibile se solo si volesse, è una questione politica e se l’Esecutivo vuole spostare in avanti nel tempo la riforma strutturale è perché non la ritiene un argomento impellente e determinante preferendo piuttosto concentrarsi sulla riforma fiscale o su quella della giustizia”.
L’INSUFFICIENZA DI UN RINNOVO DI QUOTA 103
Marino aggiunge che, considerando questo quadro “non è sufficiente, come fa filtrare ad arte l’Esecutivo il rinnovo di un altro anno della ‘Quota 103’ che è stata molto deludente, né un parziale ripristino di Opzione Donna completamente stravolta nello spirito iniziale della legge e confinata solo a donne svantaggiate, né un rinnovo dell’Ape Sociale. È necessario perlomeno che in questi mesi del 2023 si discuta e si approvi una flessibilità in uscita, una riduzione consistente del costo del riscatto della laurea, l’istituzione di una pensione di garanzia per giovani e donne e un’implementazione significativa della previdenza complementare. Già dalla riunione del giorno 26 capiremo, finalmente, che strada che il Governo vorrà intraprendere”.
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