“RIFORMA INTERCETTAZIONI PER TUTELARE LA DIGNITÀ”: NORDIO RISPONDE AI MAGISTRATI…
Nel marasma di critiche e polemiche sollevate da parte della magistratura contro il primo pacchetto di riforma della giustizia approvato in CdM lo scorso giovedì, già il Ministro Carlo Nordio aveva risposto per le rime alle intimate dell’Associazione Nazionale Magistrati: «Se il rappresentante di un sindacato di magistrati, prima che fosse noto il testo del disegno di legge, pronuncia tutta una serie di critiche severissime», sottolinea il Guardasigilli riferendosi al Presidente Anm Giuseppe Santalucia, «secondo me in corretto italiano significano interferenze. L’interlocutore istituzionale del governo e della politica non è il sindacato, ma il Csm».
Oggi però raggiunto dai microfoni di “Agorà”, è ancora Nordio a spiegare perché la riforma sulle intercettazioni, l’abolizione dell’abuso di ufficio e la limitazione sui processi d’appello non solo abbia senso ma potrà portare il Paese verso un vero cambio di passo giudiziario e sociale. «Noi interverremo per attuare completamente l’articolo 15 della Costituzione che afferma la libertà e la segretezza delle conversazioni», rileva il Guardasigilli davanti alle telecamere della Rai. In questo momento poi, ha ribadito sempre il Ministro della Giustizia, «siamo intervenuti parzialmente per tutelare il terzo, cioè la persona che viene citata nelle conversazioni di altri, ma successivamente interverremo anche per tutelare la dignità e la libertà delle persone che parlano e devono parlare fra di loro in riservatezza, perché la riservatezza è l’altro lato della libertà». Nordio conferma quanto già presente nel pacchetto del Ddl Giustizia, ovvero che le intercettazioni rimarranno naturalmente per «le indagini per i grandi crimini della delinquenza organizzata», ovvero mafia e terrorismo principalmente.
… E ANCHE AL PD: “LIBERTÀ SINGOLO COMPRESSA SOLO DA RIGOROSI LIMITI DI LEGGE”
Esponenti del Centrosinistra come l’ex Presidente Antimafia Pietro Grasso e l’ex capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani parlano di profili di “incostituzionalità” per la riforma Nordio, per quanto riguarda l’inappellabilità in caso di assoluzione al primo grado: sempre ad “Agorà” il Ministro della Giustizia replica, «Noi abbiamo tenuto conto della sentenza della Corte Costituzionale di alcuni anni fa e abbiamo rimodulato questa inappellabilità delle sentenze di assoluzione in conformità alle indicazioni di quella sentenza».
Il riferimento è alla pronuncia della Consulta del 2007 che bocciò la legge Pecorella sulla giustizia: il principio è sempre molto netto, conclude il Guardasigilli, «non si può condannare, al di là di ogni ragionevole dubbio, quando è già intervenuta una sentenza di assoluzione dove un giudice ha già dubitato tanto appunto da assolvere». Per Carlo Nordio, «La libertà del singolo può essere compressa solo nei rigorosi limiti stabiliti dalla legge e questi devono essere compatibili con l’esplicazione dei diritti naturali».