Il 21 giugno di ogni anno il calendario cristiano ricorda San Luigi Gonzaga, uno dei “santi giovani”, così definiti perché morti prematuramente. E di fatto naque a Castiglione delle Stiviere il 9 marzo del 1568 e scomparve a Roma il 21 giugno del 1591, a soli 23 anni. Quando una vita ci lascia così presto è sempre una grande tragedia, tuttavia nella sua pur breve esistenza, Luigi Gonzaga è stato un nesempio tale di virtù e di fede da essere ricordato per sempre, a testimonianza di come le nostre azioni possano sopravvivere anche quando non ci siamo più.
Canonizzato nel 1726 da Papa Benedetto XIII, per la Chiesa Cattolica è il Santo Patrono dei Giovani, ma non solo: Giovanni Paolo II, nel 1991, gli attribuì anche il patronato dei malati di AIDS, per la sua incessante cura degli infermi, durante il periodo della grande peste del ‘500, che gli causò l’infezione e la morte.
La vita di un Santo “ribelle” che rinunciò a tutto per servire Dio e l’umanità
Era di nobile famiglia San Luigi: suo padre era Ferrante Gonzaga, primo Marchese di Castiglione delle Stiviere, e sua madre faceva parte di una famiglia altrettanto importante originaria di Chieri. A confermare le nobili origini di San Luigi, c’è il fatto che i due genitori si erano conosciuti durante la condivisa frequentazione della corte del Re Filippo II di Spagna, noto anche con il nome di Filippo il Prudente.
Il padre volle iniziarlo fin da molto piccolo alla disciplina militare, tanto che a soli 5 anni gli faceva indossare un’armatura fatta apposta per lui. Certamente non si trattava di un ambiente adatto a un bambino così piccolo e a 7 anni Luigi cominciò a dimostrare la sua insofferenza e ribellione, iniziando a pregare sempre di più e avvertendo una sorta di chiamata a Dio molto precoce.
Luigi era il primogenito di otto figli e, per successione dinastica, sarebbe spettato a lui il titolo di Marchese. Con grande dispiacere e rabbia del padre, ma in modo piuttosto prevedibile, Luigi rinunciò a tutto, titoli e onori, in favore del fratello Rodolfo e, a soli 17 anni, si diresse verso Roma per prendere parte alla Compagnia di Gesù.
Dopo il noviziato, divenne un gesuita a tutti gli effetti e ben presto la sua azione si dimostrò con l’occasione di una terribile carestia che portò a una serie di epidemie, fra cui il tifo. Il suo motto era “come gli altri” e così girava per le corti chiedendo l’elemosina da portare ai moribondi e abbbgli affamati. Questa stretta vicinanza con i malati gli fu inevitabilmente fatale: venne contagiato quando si caricò un malato di peste sulle spalle per portarlo all’ospedale. Non si lamentò mai di questa sfortuna e anzi non temeva la morte in nessun modo, tanto che scrisse alla madre di non piangerlo perché sarebbe stato felicissimo, eternamente davanti a Dio. Quando morì, il 21 giugno 1568, a soli 23 anni, il suo corpo fu tumulato nella Chiesa di Sant’Ignazio a Roma.Il giorno del 21 giugno
Gli altri Santi del giorno
Il calendario Romano ricorda, il 21 giugno, la figura di San Luigi Gonzaga ma anche di altri personaggi che si sono messi in luce nella loro vita terrena, tra cui: San Mevenno, San Leutfrido, San Rodolfo, San Giovanni Rigby e San Giuseppe Isabel Flores.