Michele Placido si racconta a La Stampa: il successo con La Piovra e l’incontro con Marco Bellocchio
Michele Placido, in un’intervista a La Stampa, riportata da Dagospia, ha ripercorso la sua lunga carriera. L’attore ha ricevuto di recente il Nastro Speciale dei Giornalisti Cinematografici Italiani che premia il suo ultimo film L’ombra di Caravaggio e la prova da protagonista in Orlando di Daniele Vicari. L’attore ha sempre espresso il suo pensiero mettendoci la faccia: “Si paga sempre il prezzo della libertà di pensiero, io però sono convinto che si debba andare avanti in nome di ciò in cui si crede, confrontandosi con gli altri, anche se hanno una visione diversa”. Riguardo il grandissimo successo della Piovra, Placido ha sottolineato il rovescio della medaglia: “Sì, La Piovra è stato un successo clamoroso, internazionale, ma io, proprio a causa di quella fiction, sono stato a lungo snobbato da una certa critica. Ci sono registi che nascono consacrati e poi vanno avanti in ogni caso, anche se al botteghino soffrono”.
A Michele Placido viene poi chiesto dell’incontro più importante avuto nella sua vita professionale: “Quello con Marco Bellocchio, che mi volle in Marcia trionfale quando ero poco più che un ragazzino. Mi ha fatto capire l’importanza etica e morale del cinema. Marco è il mio grande maestro e lo è tuttora, sono onorato della sua stima”.
Michele Placido svela il suo più grande rimpianto: “Mio padre è morto a 50 anni e non ha…”
Un grande rimpianto riguarda la sua famiglia, in particolare il padre: “Vengo da un piccolo paese del Sud, eravamo otto figli, mio padre è stato un geometra disoccupato. Quando sono entrato all’Accademia mio padre provò un enorme orgoglio, andò in piazza urlando ‘mio figlio è entrato nella stessa scuola della figlia di Vittorio Gassmann, di Nino Manfredi, di Carmelo Bene’. Lo guardarono tutti, dicevano “l’ingegnere è diventato pazzo”. Ma il destino avverso non ha regalato al padre la soddisfazione di vedere l’evoluzione della carriera di suo figlio: “Purtroppo è morto giovane, a 50 anni, e non mi ha mai visto né sul palcoscenico, né sullo schermo, questo è il mio rimpianto”, ha spiegato Michele.
L’intervista si chiude con un curioso aneddoto. Nel discorso di ringraziamento ai David l’attore ironizzò affermando “Placido ha il Parkinson”. L’attore spiega perché lo disse: “Sa come siamo noi artisti? Eravamo arrivati alla fine di una premiazione lunga, ero scivolato sul fondo della poltrona, riflettevo… sul palcoscenico ho scherzato. Ci sono cascati in tanti, il giorno dopo mi hanno chiamato amici, colleghi, chiedendomi se avessi bisogno di qualcosa. Gli ho detto di non preoccuparsi, non ho bisogno di niente, solo di me stesso”.