Antonio Albanese continua il suo viaggio introspettivo nelle periferia italiana (romana) e i suoi problemi. Nel film Grazie Ragazzi (disponibile su Sky e altre piattaforme dal 12 giugno, dopo essere passato prima per le sale cinematografiche) lo troviamo nei panni di un attore con seri problemi di lavoro che accetta in mancanza di altro di dedicarsi alla formazione di un gruppo di detenuti. Come capita spesso nei suoi film, è egli stesso portatore di una precarietà, di una condizione di emarginazione, anche se tende a nasconderla agli altri e a volte anche se stesso.
Antonio è un uomo solo e triste. Racimola qualche soldo facendo il doppiatore di film porno, vive in un monolocale a Ciampino e ha tagliato ogni rapporto con il resto del mondo, compresa la figlia che lavora all’estero. Un suo vecchio amico con cui è stato compagno di scene si ricorda di lui quando bisogna trovare qualcuno disposto a tenere un corso di teatro ai detenuti del carcere di Velletri. Antonio accetta controvoglia. Ma ben presto la realtà del carcere lo coinvolge emotivamente e il gruppo di detenuti che accettano di partecipare al corso rivelano umanità e voglia di imparare.
Così Antonio decide di alzare le aspettative e propone alla direttrice del carcere, interpretata dalla brava Sonia Bergamasco, di proseguire nel progetto mettendo in scena addirittura “Aspettando Godot” di Samuel Beckett. A chi gli chiede perché un opera così difficile per degli attori “occasionali”, Antonio risponde che “aspettare” è quello che i detenuti sanno fare meglio.
In effetti poco alla volta il testo – per quanto da tutti ritenuto capolavoro del teatro dell’assurdo – si trasforma nella recitazione dei detenuti, giorno dopo giorno, in un testo concreto e chiaro, che essi comprendono e in cui essi si immedesimano totalmente. L’operazione dunque “riesce” e la rappresentazione sul palcoscenico è un trionfo. Accolto favorevolmente dalla critica, la piccola compagnia viene scritturata per una tournée in giro per l’Italia.
Il film è commovente e a tratti comico, riflessivo, ma anche un duro atto di accusa. Un film sul riscatto di chi ha sbagliato nella vita, sul perché si continua a sbagliare, su chi non ha diritto a un lieto fine. Insomma, un film impegnato, si sarebbe detto una volta. Ma che Albanese riesce a rendere sopportabile, gradevole, una commedia popolare all’italiana. Tra gli interpreti dei detenuti ritroviamo gli attori Vinicio Marchioni, Giacomo Ferrara e Andrea Lattanzi. L’amico attore che offre il lavoro ad Antonio è interpretato da Fabrizio Bentivoglio. La regia è affidata a Riccardo Milani, che ha già lavorato con Albanese in Come un gatto in tangenziale.
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