Strage di Samarate, la procura di Busto Arsizio ha chiesto l’ergastolo per Alessandro Maja, colpevole di aver ucciso la moglie Stefania Pivetta e la figlia Giulia aggredendole a martellate nella notte del 4 maggio 2022, e ferendo gravemente l’altro figlio Niccolò che però fortunatamente è riuscito a salvarsi dalla strage familiare. Per il pm in aula Martina Melita, l’uomo avrebbe agito consapevolmente, ed era quindi capace di intendere e di volere, per questo la richiesta è del massimo della pena prevista dall’ordinamento giudiziario italiano.
Alessandro Maja aveva subito confessato l’atroce delitto, giustificandosi con il fatto di essere in preda a forte stress per problemi di soldi e di lavoro, aveva infatti riferito che, a causa dei debiti, non potendo più garantire uno stile di vita dignitoso per la famiglia, e sentendosi un fallito si sarebbe sentito costretto a compiere un gesto violento, pur non sapendo esattamente il perchè. Successivamente all’arresto, e ricoverato presso un istituto psichiatrico aveva anche tentato di uccidersi dandosi fuoco non riuscendoci. Il figlio, salvatosi per miracolo, ma riportando gravi conseguenze fisiche ha sempre scartato un possibile sconto di pena dovuto all’infermità mentale, affermando che suo padre “Era lucido quella notte“.
Strage Samarate, il pm esclude l’infermità mentale, chiesto l’ergastolo per Alessandro Maja
Alessandro Maja, ha confessato l’omicidio della moglie Stefania e della figlia di 16 anni Giulia, colpite a martellate mentre dormivano. I suoi legali sostengono l’incapacità di intendere, dovuta al forte stress per la situazione debitoria, ma il figlio Niccolò che si è salvato in tempo dalla strage familiare, in aula ha sempre sostenuto che il padre fosse perfettamente lucido quella notte. Ha detto infatti “Ho incrociato il suo sguardo e ho capito che sapeva cosa stava facendo“. La richiesta di Niccolò Maja, ora in carrozzina a causa dei gravi danni fisici riportati dopo l’aggressione, è stata sempre quella del massimo della pena, senza alcuno sconto.
Anzi più volte il 24 enne ha detto che suo padre “meriterebbe la pena di morte per quello che ha fatto“. Il pm ora, pur escludendo la premeditazione, ha confermato la capacità decisionale dell’uomo. Mentre i legali di Alessandro maja avevano più volte chiesto l’infermità mentale, escludendo anche l’aggravante della crudeltà in virtù del legame familiare. Il verdetto finale della Corte è previsto per il prossimo 21 luglio.