Sono ore di apprensione per le famiglie della ricercatrice del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e del tirocinante di 25 anni a bordo dell’autovettura esplosa venerdì 23 giugno sulla tangenziale di Napoli. L’incidente si è verificato poco prima delle 15. Il veicolo, una Volkswagen Polo, aveva appena superato lo svincolo del Centro Direzionale, in direzione Pozzuoli, e stava percorrendo il cavalcavia che conduce al tunnel, quando si è verificata l’esplosione improvvisa. La deflagrazione ha provocato un violento incendio: il ragazzo alla guida sarebbe stato sbalzato fuori dall’auto, la donna di 66 anni seduta al suo fianco invece è rimasta all’interno, completamente avvolta dalle fiamme. A prestare i primi soccorsi sono stati gli altri automobilisti, i vigili del fuoco hanno poi domato l’incendio ed estratto la ricercatrice dalla vettura.
Quest’ultima versa in gravissime condizioni in rianimazione, nel reparto Grandi ustionati del Cardarelli di Napoli, diretto dal professor Romolo Villani. Avrebbe riportato ustioni su circa l’80% del corpo, quindi per i medici è in imminente pericolo di vita. Sembrerebbero meno gravi le condizioni del giovane tirocinante, ricoverato nel medesimo reparto, ma c’è massimo riserbo da parte dell’équipe medica, motivo per il quale non sono trapelate finora informazioni più precise.
ESPLOSIONE NAPOLI: IL GIALLO DELLE BOMBOLE IN AUTO
Ancora tutta da chiarire la dinamica, così come le cause dell’esplosione sulla tangenziale di Napoli. I testimoni avrebbero riferito che l’esplosione non sarebbe collegata ad alcun evento visibile. Dunque, non ci sarebbe stato alcun incidente antecedente allo scoppio, neppure un tamponamento, né si sarebbe verificata una perdita di controllo dell’auto. Quel che è emerso è che all’interno dell’auto sono state trovate due bombole di cui al momento non è possibile stabilire il contenuto. Indiscrezioni fanno riferimento a ossigeno. Infatti, l’ipotesi più semplice è che l’esplosione si sia verificata durante il possibile trasporto di ossigeno, una circostanza che però sarebbe incongruente con le mansioni della ricercatrice, appartenente all’area medica, e del tirocinante. Stando a quanto appreso da fonti vicine alla famiglia, il 25enne non è impiegato presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) di Napoli, ma stava svolgendo un tirocinio curriculare al fine di ottenere i CFU per completare il suo percorso di studi per la laurea magistrale in Ingegneria meccanica, percorso Motoristico.
Anche in virtù di ciò, va chiarito il tipo di trasporto e il motivo per il quale è stato coinvolto un ragazzo impegnato in un percorso formativo. Al Cnr, che non ha finora reso dichiarazioni ufficiali sulla vicenda, ha chiesto spiegazioni il deputato napoletano Francesco Emilio Borrelli (Avs), che in una nota ha scritto: «Ho sentito telefonicamente alcuni parenti di uno dei feriti, per esprimere la mia totale solidarietà. Altresì ho chiesto al Cnr di sapere chi aveva autorizzato un simile trasporto in un’auto, in pieno giorno e a temperature elevatissime. Vorrei capire se tutto ciò è avvenuto seguendo protocolli specifici, se l’auto e il trasporto erano in sicurezza e chi aveva chiesto ai due passeggeri di effettuarlo».
INDAGINI IN CORSO SULL’ESPLOSIONE IN TANGENZIALE
Tra le ipotesi quella della possibile fuoriuscita del materiale: il gran caldo potrebbe aver causato un aumento di volume e, appunto, la fuoruscita di materiale che potrebbe aver trovato nelle componenti elettriche del veicolo un possibile innesco per l’esplosione, a cui poi è seguito l’incendio. Secondo quanto riportato da Il Mattino, infatti, la Volkswagen Polo aveva una trazione elettrica, ma anche su questo particolare non ci sono certezze, in quanto altre fonti riferiscono dell’alimentazione a diesel. Inoltre, in una foto pubblicata da Napoli Today si nota nell’auto, anche se del tutto consunta dalle fiamme, la presenza di una grossa bombola, priva dell’ogiva. Sulla vicenda sono in corso le indagini della Polizia stradale. Il veicolo e il materiale trovato all’interno sono ora sotto sequestro, a disposizione delle autorità per gli esami del caso.
Nessuna ipotesi al momento viene scartata. In merito all’impiegata del Cnr, viene descritta come una donna con un importante ruolo di primo ricercatore. Le sue attività di studio sono concentrate sul tema dei trasporti, dalla valutazione dell’impatto ambientale dei mezzi di trasporto all’uso di combustibili alternativi per l’autotrazione (come biodiesel, idrometano, Gpl, etanolo, oli vegetali, emulsioni). L’uomo, invece, era appunto tirocinante all’interno dell’istituto, step propedeutico al completamento dei suoi studi. Le loro famiglie ora sono divise tra l’attesa di capire cosa sia effettivamente successo e la speranza di ricevere aggiornamenti incoraggianti dai medici che si stanno prendendo cura di loro.