Fin da quando ho iniziato a lavorare e a occuparmi di Comunicazione strategica e Negoziazione, a scriverne, a insegnarle in università e a farne oggetto di consulenza, ho sempre avuto come proposito quello di farlo in maniera seria, scientificamente inattaccabile e, allo stesso tempo, portare contenuti complessi come le strategie anti-bias e anti-noise o le ultime evidenze in campo neuroscientifico nelle organizzazioni e nelle dinamiche relazionali, in modo tale che tutti potessero godere dei passi avanti fatti dalla scienza e – in particolare – dall’Accademia di Comunicazione Strategica.
Ogni tanto ammetto, però, che mi scoraggio un po’ nel vedere di manipolazione presente in alcuni messaggi, contenuti e testi; quindi, ricalcando quanto detto in un precedente articolo (un aneddoto mille verità), anche oggi voglio condividere una storia che mi ha fatto riflettere nella speranza che possa fare altrettanto anche con voi lettori.
Qualche tempo fa, durante il direttivo della mia organizzazione, feci una proposta provocatoria dicendo: «Abbiamo una newsletter seguita da migliaia di persone in cui divulghiamo quello che reputiamo un approccio corretto ai temi da noi studiati. Cosa ne pensate di fare, oltre a questa, anche una serie di articoli paralleli in cui, volta dopo volta, mettiamo in evidenza contenuti su temi affini ai nostri di formatori, divulgatori o studiosi che, però, sono lontani dall’avere un supporto scientifico?». È stato interessante notare che tutti quelli che erano al tavolo hanno bocciato l’idea sostenendo che il lavoro dell’Accademia avesse sempre avuto due caratteristiche: da una parte, connotarsi come un grande lavoro di ricerca approfondita e, dall’altra, elicitare gli elementi essenziali e migliori di quanto fatto per poterlo diffondere in maniera chiara e abbordabile a tutti i livelli. Avremmo, quindi, contaminato la nostra storia e il nostro modo di procedere se ci fossimo limitati ad “attaccare” a testa bassa, pur proponendo argomentazioni ragionevoli.
Perciò, quando vi capita di imbattervi in articoli, testi, post su social che ritenete attaccabili o in argomenti e punti di vista che non stimate, non perdete il vostro tempo andandoci contro, ma investitelo concentrandovi sul vostro percorso. Infatti, la morale imparata dal meeting interno con i miei collaboratori può essere sintetizzata con una frase: se vuoi essere autorevole, contro mai! Significa che non bisogna mai attaccare competitor o persone che non si reputa neanche tali, ma è necessario, invece, continuare a puntare la torcia lì dove si crede che ci sia un tesoro. Solo in questo modo sarà possibile offrire il miglior servizio a coloro che ci incontrano e ci scelgono, senza far perdere loro tempo descrivendo il motivo per il quale certe teorie non debbano essere considerate valide. È meglio spostare l’osservazione su ciò che sarebbe stato nascosto e che merita di avere una maggiore evidenza.
Riflettendoci in un secondo momento, sono stato contento di aver fatto questa riunione e di aver cambiato idea rispetto a ciò che avevo pensato inizialmente. Anche oggi, perciò, lascio voi lettori con una domanda: state dedicando il vostro tempo a lamentarvi di cose pur giuste ed essenziali o state dedicando tutti i vostri sforzi nel proporre qualcosa di veramente utile e vincente per voi e per gli altri?
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