La guerra civile è durata mezza giornata. Il golpe Borghese, in confronto, fu l’armageddon. Non a caso, provvidenzialmente salvato dal fuso orario o più probabilmente da consiglieri meno stupidi degli europei, Joe Biden non ha proferito verbo al riguardo. Gli Usa sono rimasti neutrali e silenti, un unicum. La Cina, invece, ha dettato l’agenda: Putin riporti l’ordine, ha sentenziato Xi Jinping. Sottintendendo che, in caso contrario, ci avrebbe pensato lui. Due ore e i 25.000 pronti al martirio hanno deciso di fare marcia indietro. Ufficialmente per evitare uno spargimento di sangue. In effetti, anch’io ho sempre evitato di picchiare Tyson per non fargli del male.
Difficile capire cosa sia realmente accaduto. Quantomeno per me, lo ammetto. Certo, l’eco mediatica è stata enorme. I danni minimi. I morti apparentemente assenti. In compenso, Vladimir Putin ha sfoggiato una retorica da padre della Patria contro i traditori, citando addirittura il 1917 e promettendo punizioni esemplari. Lo Zar ha accettato paradossalmente di apparire uno sprovveduto, uno che si è fidato di personaggi ambigui. Adolf Hitler certi problemi con le SA divenute troppo ingombranti li risolse preventivamente. In due notti. Ma la paura è stata molta. A livello mondiale. Un golpe in Russia nel corso di un conflitto armato equivale a lanciare mozziconi di sigaretta in prossimità di un distributore di benzina.
Chissà che questo shock politico generale non generi un accordo di pace? Esattamente come il capo della Wagner ha giustificato la sua resa con la volontà di non spargere sangue, sia Mosca che Kiev ora potrebbero salvare la faccia scomodando il medesimo proposito di salvezza. Addirittura mondiale, stante il rischio di escalation globale. Atomica. Stranamente, questo golpe-lampo è avvenuto dopo la visita di Antony Blinken in Cina. Non è più tempo di pax americana, ora la pax è bipolare. E certi spettacoli pirotecnici potrebbero far parte di una recita a soggetto straordinariamente messa in piedi dai due colossi globali.
Forse i terrificanti tremori di Vix e lo Skew dell’ultima settimana hanno qualcosa a che fare con quanto accaduto. Forse Cina e Usa hanno capito che il tempo dei calcioni in avanti al barattolo è terminato, ora un qualche redde rationem con le troppe criticità da Banca centrale e da leverage va affrontato. Meglio togliere dal piatto gli eccessi e focalizzarsi sull’indispensabile. E l’esiziale. Non a caso, G7 silente. Consiglio di sicurezza Onu silente. Vaticano silente. Quest’ultimo, però, direttamente coinvolto nelle triangolazioni diplomatiche dei players che contano. Mica l’Ue, il cui malcelato giubilo per il possibile putsch moscovita pare destinato a terminare nel taccuino del Cremlino, cerchiato in rosso. E i cahiers de doléances russi verso l’Europa ormai sono degni dell’Enciclopedia britannica.
In visita al Pentagono, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha recitato un de profundis di Vladimir Putin. Le esche si lanciano per vedere chi viene a galla, d’altronde. E l’autunno pare distante. Ma non lo è.
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