Frontex e la Grecia potrebbero aver raggiunto il punto di rottura. A meno di dieci giorni dal naufragio del peschereccio carico di migranti al largo di Pylos, nel Mar Ionio, che ha causato la morte di diverse centinaia di migranti, l’agenzia di frontiera minaccia di sospendere le operazioni in Grecia. Lo rivela Le Monde, spiegando che Frontex sta seriamente considerando di sospendere le operazioni nel Paese. A tal proposito, si fa riferimento a quanto emerso durante una riunione del 20-21 giugno a Varsavia, dove ha sede Frontex, nella quale il responsabile dei diritti fondamentali dell’agenzia, Jonas Grimheden, ha suggerito di sospendere le attività in Grecia temporaneamente. La sospensione si baserebbe sull’articolo 46 del regolamento, che riguarda casi di «gravi o persistenti violazioni dei diritti fondamentali o degli obblighi di protezione internazionale».
Sulla base di questa raccomandazione, a sua volta sostenuta da una relazione presentata al consiglio, il direttore esecutivo di Frontex ha «richiamato la Grecia alle sue responsabilità», riferisce una fonte dell’agenzia, secondo quanto riportato da Le Monde. «Non è il primo richiamo di questo tipo, ma è la prima volta che l’agenzia ha davvero preso in considerazione la sua opinione. È una cosa senza precedenti. Visto quello che è successo, l’Agenzia si sente obbligata a reagire», aggiunge una fonte diplomatica.
MIGRANTI, FRONTEX VS GRECIA: SPUNTA RAPPORTO INTERNO
Dopo il naufragio del peschereccio a Pylos, tragedia per la quale la guardia costiera greca è finita sul banco degli imputati, è stato redatto da Frontex un rapporto interno sugli incidenti gravi. Il parere di Jonas Grimheden si basa su una serie di conclusioni schiaccianti per Atene, relative a eventi precedenti alla tragedia del 13 giugno e che potrebbero riguardare il respingimento illegale di migranti nel Mar Egeo. All’inizio dell’anno, recita tale rapporto visionato da Le Monde, «le autorità greche hanno chiesto a due diverse squadre Frontex di non riferire avvistamenti e incontri con un’imbarcazione piena di migranti. Quando lo hanno fatto, hanno presentato altre coordinate, indicando una posizione più “favorevole” per l’imbarcazione dal punto di vista greco».
Il rapporto fa riferimento anche alla video-inchiesta del New York Times pubblicata il 19 maggio, da cui è emerso che un gruppo di 12 richiedenti asilo l’11 aprile è stato trasferito da un furgone non contrassegnato a una nave della Guardia costiera greca, un gommone, abbandonato poi in mezzo al Mar Egeo, in direzione delle acque turche. Jonas Grimheden ha anche osservato che «persistono le accuse di espulsioni collettive e maltrattamenti di migranti in Grecia». Se la Guardia costiera greca ha preferito non commentare la vicenda, Bruxelles ha chiarito che al momento non è stata presa alcuna decisione, ma è stato dato un parere.