Federica Pellegrini: “Ho cominciato a nuotare a meno di un anno”
Federica Pellegrini si racconta su Rai 3, a “L’avversario”, format condotto da Marco Tardelli: “Io ho iniziato veramente piccola. Le storie raccontano che avessi meno di un anno nei corsi di ambientamento all’acqua. All’inizio non ero felicissima di andare in acqua, non mi piaceva. All’epoca avevo un’istruttrice molto severa. Per un anno, dai 5 ai 6 anni, ho smesso, o meglio, ho preso una pausa, e sono andata a fare ginnastica artistica perché avevo voglia di sentirmi un po’ principessa”.
Nel 2004, a soli 16 anni, la giovane Federica partecipa alla sua prima Olimpiade, quella di Atene: “Sentivo che era una cosa incredibile ma non ci davo peso. Ero incosciente. C’era al mio fianco Van Almsick, il mio idolo. Quella Olimpica era l’unica medaglia che le mancava. Mi attraeva tantissimo, anche fuori dalla vasca. Ed era lei quella da battere. Mi ricordo gli ultimi metri, queste bracciate concitate, la fine… La ragazza che mi batté di pochissimo era nella corsia 8 e non l’avevo vista, non sarei riuscita a vedere così lontano. Ma ho vinto una medaglia olimpica da 16enne. Non sapevo cosa mi avrebbe aspettato una volta tornata in Italia”.
“La bulimia il mio avversario più grande”
Cinzia, la mamma, racconta: “Federica a cinque mesi l’abbiamo messa a mollo. Andava insieme al papà. L’istruttrice mi fermava perché mi diceva che la bimba non voleva mettere la testa sott’acqua”. Per i genitori, guardare Federica alle Olimpiadi è un sogno: “Guardavo le Olimpiadi con Federica in braccio appena nata e pensare di andare ad Atene per guardare nostra figlia è stato pazzesco. Ci siamo trovati il borsone delle Olimpiadi dentro casa. Arrivati al Villaggio Olimpico siamo arrivati e c’era lei con tutti i grandi nuotatori e ho cominciato a urlare. Dopo l’argento di Atene, tutti quanti volevano un pezzetto di Federica”. E la nuotatrice spiega: “Io non ero pronta, ero molto introversa. E poi il mio allenatore storico si sarebbe trasferito a Milano e io decisi di fare lo stesso. A 16 anni ti trovi a fare le valigie, vivendo con altre ragazze, dividendo tutto con loro in un’altra città e in un altro modo di vivere. È stato uno sconvolgimento abbastanza importante”.
In quel momento comincia un momento complicato per Federica: “Era tutto difficile, andare a scuola, fare allenamento prima di andare a scuola. Ho cominciato a gonfiarmi, mi è venuta l’acne. La tensione in quel momento non ha aiutato la mia salute mentale. Diventa tutto come un cane che si morde la coda. Più attenzioni hai, meno ti piaci”. Così, ai Mondiali di Montreal, nei quali Federica porta a casa un argento, scoppia: “Piangevo anche se solo mi toccavano. Ero al limite. Mia mamma mi ha visto in televisione e ha subito capito che c’era qualcosa che non andava. Il mio avversario più grande è stata la bulimia. Avevo questa fame nervosa data dallo stress e da mille fattori. Mi portava a mangiare quantità di cibo incredibili ma poi arrivava il senso di colpa e mi liberavo di tutto quel cibo. Non riuscivo più a performare allo stesso modo in acqua e questo mi ha salvato”.
L’incontro con Alberto Castagnetti
A salvare Federica Pellegrini è Alberto Castagnetti, l’allenatore della Nazionale di nuoto. “Alberto l’ha protetta da chiunque”, racconta la mamma, Cinzia. Lei conferma: “Alberto era una persona molto potente che sentivi arrivare. Mi massacrava così tanto in allenamento che non avevo modo di pensare ad altro. È stata la terapia dello shock che però in momenti di difficoltà mi ha sempre aiutato”.
In vasca Federica Pellegrini si “scontra” con Laure Manaudou, ma non soltanto lì: le due infatti si contendono anche il fidanzato, Luca Marin: “Nasce questo amore sotto i riflettori con Luca, mio amico da anni. Il problema è che andando avanti la nostra amicizia diventa qualcosa in più. Loro si lasciano e noi cominciamo subito la nostra storia. Ho fatto tanti casini a quell’età. Il gossip è stato pesante”. Nonostante le voci e gli allenamenti estenuanti, alle Olimpiadi di Pechino nei 200 metri la nuotatrice vince l’oro: “Avevo voglia di non perdere”. Al ritorno in Italia, nei mesi successivi, per Federica torna l’incubo degli attacchi di panico: “A volte non riuscivo ad entrare in acqua o entravo e dopo 50 metri mi fermavo. Così decidiamo di fare dei test gara in allenamento sui 400 stile libero. È stato molto doloroso come percorso ma mi è servito”.
Federica Pellegrini: “La gioia del Mondiale a Roma e…”
Dopo pochi mesi arriva il Mondiale a Roma. Federica Pellegrini racconta: “Vinco con il record del mondo dei 200 metri, davanti a un pubblico in delirio. È stata la settimana più bella della mia vita”. Appena due mesi dopo i trionfi di Roma, però, il dolore più grande per Federica: la morte di Alberto Castagnetti a soli 66 anni. “Ci capivamo con uno sguardo, mi capiva… Io vivevo con Luca, ci mandavo questo messaggio dicendo che fosse morta. Allora abbiamo chiamato Isabella, la moglie, che ci ha risposto in lacrime. Ho pensato di smettere perché credevo che non sarei potuta andare mai avanti senza di lui”.
Da quel momento, nella vita di Federica arriva Matteo Giunta, suo allenatore e qualche anno dopo, anche suo compagno: “Era molto tenace e io volevo proteggerla anche dall’ambiente esterno”. Nel 2016, alle Olimpiadi, nei 200 metri arriva un quarto posto per la Pellegrini: “Volevo smettere ma non avevo voglia di finire la mia carriera con le lacrime di Rio”. Così, nel 2017, nella finale dei Mondiali, torna a vincere l’oro: “È stata la mia gara più bella. Dovevo riprendermi il mio posto nel mondo. Ho battuto Katie Ledecky, imbattibile fino a quel momento. Lei aveva 10 anni in meno di me”. Con lei, sempre Matteo Giunta, che nel frattempo è diventato suo marito: “Ci saranno sicuramente ancora tanti avversari ma siamo pronti a tutto”.