Luigi de Magistris pensa a una ricandidatura a sindaco di Napoli. Dopo aver negato la possibilità in diverse occasioni e reduce dalla sconfitta senza appello alle regionali in Calabria, il politico partenopeo ha ammesso ai microfoni de Il Dubbio: “Fino a sei mesi fa avrei escluso ogni idea di ricandidarmi, fare il sindaco di Napoli è stata un’esperienza unica. Ora però non lo escludo più, perché l’attuale amministrazione sta facendo perdere l’anima ribelle, popolare, di riscossa e di energia che ha connotato la mia Amministrazione. Non rispondo sì alla sua domanda, ma neanche no”.
Soffermandosi sulle ultime tornate elettorali, Luigi de Magistris ha analizzato in maniera categorica l’affermazione del centrodestra: “C’è un vento che spira in quella direzione. Il centrosinistra adesso ha bisogno di tempo per ricostruirsi. La delusione nei confronti del Movimento 5 Stelle, le politiche discutibili del Pd molto simili a quelle della destra e una divisione generale nel nostro campo fanno sì che siamo molto lontani dal costruire un fronte immediatamente percepibile come alternativo da parte degli elettori. C’è da fare un lavoro lungo”.
Luigi de Magistris su sinistra e abuso d’ufficio
Parlando della sinistra, de Magistris ha sottolineato che le alleanze non si costruiscono nelle segreterie o sotto elezioni: serve un’alternativa popolare e cultura, sociale ed economica. Per l’ex primo cittadino di Napoli la sinistra è divisa per è divisa nelle lotte importanti: “Come la guerra ad esempio. Ma anche sul Mes. E non basta farsi vedere insieme a un comizio per convincere i cittadini. La credibilità si costruisce nelle battaglie comuni”. De Magistris si è soffermato anche sull’abuso d’ufficio, uno dei temi di giustizia più dibattuti: “È bene spiegare che la maggior parte delle indagini, dei processi e delle condanne per corruzione, concussione, peculato, traffico di influenze illecite e persino associazione mafiosa nascono il più delle volte da inchieste per abuso d’ufficio. Quindi se si mette mano a quella materia si vuole dare un segnale di tolleranza a chi commette quei tipi di reato. Le priorità così diventano altre: immigrazione clandestina, ong, piccoli spacciatori. Senza parlare dei messaggi di tutela che Meloni lancia a chi si sente oppresso dal fisco. Ora, non c’è dubbio che la materia fiscale vada alleggerita, ma un conto è semplificare per facilitare la vita dei cittadini, un altro è eliminare i controlli della Corte dei Conti e cancellare la trasparenza sugli appalti”.