La recente riapertura del caso di Liliana Resinovich passa attraverso una serie di indagini indicate dal gip di Trieste Luigi Dainotti per capire come e quando è avvenuta la morte della 63enne, scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata senza vita il 5 gennaio seguente in un parco della città. Rigettata l’istanza di archiviazione per suicidio proposta dalla Procura, l’impianto dell’inchiesta – ora aperta per omicidio volontario a carico di ignoti – tracciato dal gip si articola in 25 punti da vagliare compresa l’ipotesi del congelamento del corpo (mai esclusa dai consulenti del fratello della vittima).
Poche ore fa, in una nota diffusa dall’Ansa, il procuratore capo di Trieste, Antonio De Nicolo, ha fatto il punto sull’attuale fase investigativa sottolineando come molte delle attività chieste dal giudice per le indagini preliminari siano state già espletate nella precedente indagine. Le precisazioni di De Nicolo riguardano in particolare accertamenti che all’epoca non avevano “portato alcun frutto” e che, alla luce dell’ordinanza del gip, saranno formalizzati. Il giallo di Trieste arriverà ad una svolta? È ancora presto per dirlo e non si esclude che possa essere disposta una riesumazione della salma per procedere a ulteriori approfondimenti medico-legali. Quest’ultimo percorso, secondo il fratello di Liliana Resinovich, potrebbe essere utile a risolvere le incertezze sul decesso che costellano l’esito della prima inchiesta.
Liliana Resinovich, le parole del procuratore capo di Trieste sulla nuova inchiesta
Le nuove indagini sul caso di Liliana Resinovich “sono in corso”, ha precisato il procuratore capo Antonio De Nicolo in una nota riportata poche ore fa dall’Ansa, e nei giorni scorsi sarebbe stato eseguito il sequestro dei telefoni del marito e del presunto amante della vittima, Sebastiano Visintin e Claudio Sterpin, per analizzare in profondità le due utenze come chiesto dal gip Dainotti nell’ordinanza con cui sono stati disposti ulteriori accertamenti sulla scomparsa e il decesso della 63enne. De Nicolo avrebbe sottolineato quanto segue alla luce dei 25 punti indicati dal giudice per le indagini preliminari nell’architettura di approfondimenti indicata alla Procura: “Molte delle puntualizzazioni che ha fatto il gip erano attività già esplicate, solo che siccome non avevano portato alcun frutto non le avevamo formalizzate. Adesso le formalizzeremo“.
Secondo quanto evidenziato dal procuratore capo di Trieste, “ci sono veramente un numero ridotto di attività che non erano state già fatte“. “Tutto quello che si può fare per decriptare una vicenda che ha lasciato in angoscia tutta l’Italia – avrebbe assicurato De Nicolo nella stessa nota a margine di una conferenza nel capoluogo friulano – è giusto che sia fatto. Il giudice ci ha additato un percorso, lo seguiremo“. E nell’alveo di questo percorso non si esclude l’ipotesi di una nuova autopsia. Il corpo di Liliana Resinovich potrebbe essere riesumato per condurre altre analisi alla ricerca di tracce che risolvano l’interrogativo chiave: suicidio o omicidio? Uno scenario, quello dell’eventuale riesumazione, auspicato dal fratello della 63enne, Sergio Resinovich, da sempre convinto che la donna sia stata uccisa.