È MORTO GIUSEPPE DI TARANTO, LO STORICO ECONOMISTA DELLA LUISS
Brillante economista, indipendente e sempre molto disponibile: con l’intera redazione del “Sussidiario” ci stringiamo attorno alla famiglia di Giuseppe Di Taranto, lo storico dell’economia classe 1946 morto ieri 28 giugno 2023. Per anni uno dei prof più brillanti del panorama economico italiano, Giuseppe Di Taranto era professore emerito del Dipartimento di Impresa e Management della Luiss Guido Carli: centinaia di studenti ha formato nei suoi corsi di Storia dell’Economia e dell’Impresa, ma anche di Storia della Finanza e del Pensiero Economico.
«Nei suoi studi ha sempre manifestato un pensiero lucido, critico e mai banale. L’impegno costante nella ricerca e la passione con cui vi si è dedicato lo hanno portato a svolgere incarichi presso importanti istituzioni nazionali e internazionali e a essere un oratore apprezzato per la chiarezza delle sue interpretazioni e noto per il coraggio di sostenere tesi talvolta non convenzionali, ma sempre supportate da una approfondita conoscenza della materia»: così si legge nel commosso ricordo del rettore della Luiss, Andrea Prencipe, alla notizia della morte di Giuseppe Di Taranto. Dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano il commiato a lui e alla famiglia: «La scomparsa dell’economista Giuseppe Di Taranto mi addolora e mi lascia un vuoto enorme. È stato uno studioso di valore, autore di monografie importanti nel campo della storia dell’economia. Il suo pensiero è stato sempre acuto, mai banale e capace di intuizioni. Alla famiglia e alla comunita’ degli allievi esprimo il mio più sentito cordoglio».
CHI ERA GIUSEPPE DI TARANTO, GIÀ COLLABORATORE PER “IL SUSSIDIARIO”
Di Taranto applaudì Mario Draghi quando alla guida della BCE inaugurò la stagione del Quantitative Easing salvando l’Euro e per anni battagliò anche con illuminanti interviste al nostro quotidiano per contrastare il rigore tedesco e l’austerity delle istituzioni europee. Come ricorda oggi sul “Sole 24 ore” l’ex Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, Giuseppe Di Taranto «Nessuno dei suoi insegnamenti andrà perduto, e questo era un messaggio di riconoscimento e gratitudine scritto da uno studente di tanto tempo fa al suo professore».
In una recentissima intervista, forse l’ultima prima di spegnersi, Di Taranto a “Formiche” plaudeva la scelta del Governo Meloni di battagliare in Europa per la revisione del Patto di Stabilità e al contempo di portare avanti la strada del PNRR: «Partiamo da un presupposto, dei mutamenti al Patto di stabilità erano previsti, le stesse regole ormai superate sono state più volte criticate dalla stessa Commissione europea. Il problema è che ci sono Paesi come la Germania e, in generale i frugali, che continuano a boicottare, se così possiamo dire, una vera riforma del Patto. non dobbiamo mai dimenticare che il vero cambiamento dell’Europa è cominciato non appena Angela Merkel ha smesso di governare. Ora una piccola rivoluzione è in atto, finalmente, ma c’è chi ancora sostiene la linea dura. Francamente mi auguro che non sia un miraggio tutto questo». Era ancora il lontano 2013 quando Giuseppe Di Taranto al “Sussidiario” spiegò nel dettaglio perché con l’Euro e le politiche conseguenti Francia e Germania avevano in qualche modo “fregato” l’Italia: «Dire, come io sostengo, che buona parte dei mali dell’Italia deriva dalla moneta unica non significa necessariamente un ritorno alla lira. Dobbiamo restare nell’euro, cambiando però le regole». Addio caro prof, mancherai a noi e non solo.