Nel primo periodo del mese prossimo l’Organizzazione Mondiale della Sanità potrebbe decidere di indicare l’aspartame, tra i dolcificanti artificiali più diffusi al mondo, un possibile cancerogeno, sulla scia di alcuni studi condotti negli ultimi anni. A raccontarlo sono alcune fonti interne citate da Reuters, come riporta il quotidiano MilanoFinanza, che ritengono che entro fine mese l’Agenzia per la ricerca sul cancro dovrebbe prendere la sua decisione finale, per poi finalizzarla entro l’inizio del mese di luglio. Alcuni esperti dell’Organizzazione, infatti, si troveranno a decidere si dichiarare l’aspartame cancerogeno o meno, di fatto rendendo più complicato il mercato di parecchi prodotti che lo utilizzano come alternativa allo zucchero raffinato.
Aspartame: cos’è e perché l’OMS potrebbe ritenerlo cancerogeno
Insomma, l’aspartame potrebbe presto essere giudicato “possibile cancerogeno” su richiesta dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), organo che risponde all’Organizzazione Mondiale della Sanità. Concretamente, il dolcificante artificiale è tra i più diffusi (se non il più diffuso) al mondo, ed è impiegato in una miriade di prodotti di vasto consumo. Per esempio, se ne possono trovare tracce importanti nella Coca Cola, oppure nelle gomme da masticare, o anche nelle varie bibite analcoliche zuccherate.
Da tempo sono piuttosto noti, almeno alla comunità scientifica, gli effetti possibilmente cancerogeni dell’aspartame, che tuttavia prima di poter diventare un problema deve essere assunto in grandi quantità. Per esempio, a seconda della quantità contenuta, un adulto di 60 chili dovrebbe bere tra le 12 e la 36 lattine di una bibita al giorno prima di sviluppare un qualche tipo di effetto collaterale (almeno dal punto di vista del dolcificante, tralasciando gli altri eventuali effetti negativi dell’assunzione di così tante bibite). Uno dei più recenti studi sull’aspartame, tra quelli maggiormente considerati dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), è stato condotto in Francia (sulla scia di uno studio italiano condotto su alcuni topi e ratti) su 100 mila adulti, e ha dimostrato come l’assunzione del dolcificante aumentava leggermente il rischio di cancro.