Via libera al decreto lavoro, con le misure urgenti per inclusione sociale e accesso al mondo del lavoro. Un testo fortemente voluto dalla ministra Marina Calderone: “Questa riforma afferma una visione moderna del sistema del lavoro italiano rendendo il Paese più competitivo. Con questo e gli altri provvedimenti in itinere vogliamo disegnare un mondo del lavoro più inclusivo, più semplice, più adatto all’attuale momento economico e senza intaccare diritti e tutele“, le sue parole al Corriere.
Marina Calderone ha sottolineato che il decreto lavoro mette in protezione le fragilità: famiglie con disabili, minori, over 60 e, dopo la modifica in Senato, con componenti inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione. “E’ stata anche aggiunta una tutela ad hoc per le vittime di violenza di genere”, ha aggiunto: “Riconosce a questi nuclei un beneficio economico, ma lo subordina all’adesione ad un percorso personalizzato di attivazione e inclusione sociale e lavorativa”.
L’analisi della ministra Marina Calderone
Il governo ha optato per il superamento del reddito di cittadinanza, ma Marina Calderone ha tenuto a sottolineare che non verrà meno il sostegno a chi non trova lavoro: “Dal 1° settembre parte il Supporto per la formazione e il lavoro per chi – in età da lavoro – è a rischio di esclusione sociale e lavorati va. L’obiettivo è migliorare l’occupabilità delle persone per il mercato del lavoro. Le politiche attive saranno il driver. Per massimizzare le opportunità stiamo rafforzando la rete di collaborazione tra tutti i soggetti che hanno un impatto sul mondo del lavoro, perle singole aree di competenza. Un aiuto arriverà anche dall’innovazione tecnologica, per velocizzare e migliorare i processi”. Marina Calderone si è poi soffermata sul bonus estate per i lavoratori del turismo, mirato per affrontare l’emergenza eccezionale del comparto per mancanza di figure professionalizzate: “Il Bonus copre la stagione estiva ma monitoreremo le ricadute per valutare l’opportunità di renderlo stabile ed estenderlo ad altri settori, nel rispetto degli equilibri della spesa pubblica”.