“Sono figlio di mio padre”: così si chiude la lettera inviata da Pier Silvio Berlusconi a Repubblica. In risposta a un articolo del 26 giugno che raccontava i cinque eredi della dinastia del Cavaliere tra pubblico e privato, il numero uno di Mediaset ha tenuto a effettuare alcune precisazioni. A partire dal fisico che gli fruttò anche la copertina di Men’s Health: “Non sono “in fissa” con il fisico. Ho una vera dipendenza dalla fatica fisica, è così da quando ero piccolo e facevo agonismo. Mi nutro di fatica, l’esercizio fisico per me è liberatorio”.
A proposito di libertà, è innegabile che si tratti di un valore fondamentale per Pier Silvio Berlusconi: “Quando faccio Sup d’inverno sperando di avvistare un branco di delfini o quando corro in Corsica tra mare, pineta e deserto provo una libertà che diventa quasi un’esperienza spirituale”. Ma una precisazione è d’obbligo, non è ipersalutista: “Fumo il sigaro e mentre faccio sport pregusto il buon cibo che mangerò subito dopo, vino rosso, cioccolato, noccioline…”.
La lettera di Pier Silvio Berlusconi
Soffermandosi sul suo carattere, Pier Silvio Berlusconi ha spiegato di essere sì riservato, ma non timido: “Ovunque io vada faccio amicizia con tutti. I miei figli mi prendono in giro: ‘Adesso papà attacca bottone e parla per un’ora’”. Il figlio del Cavaliere ha ribadito di non amare il jet set e di preferirgli il rapporto con la gente comune: “Parlare con le persone mi piace moltissimo e mi dà calore”. Parole che hanno acceso l’entusiasmo di molti azzurri: in Forza Italia c’è chi spera che dietro si celi una autocandidatura. Come riportato da Libero, molti hanno letto la missiva a Repubblica come un desiderio di esporsi su un giornale tutt’altro che berlusconiano. In altri termini, la speranza è legata a un primo passo nel percorso da tycoon invisibile a personaggio pubblico.