Dopo il recente stop alle cosiddette quote etniche nelle università americane, la Corte Suprema USA ha bloccato anche lo stralcio dei debiti universitari dei tantissimi americani che li hanno contratti negli anni passati. Si trattava, nell’ottica del presidente Joe Biden, di una riforma fine a rendere minore il carico economico sulle spalle delle famiglie, che si trovano talvolta a rinunciare di mandare i figli in università per via dei costi esorbitanti e dei precedenti debiti già accumulati. Secondo la Corte Suprema USA, tuttavia, prima di approvare un provvedimento simile, che richiederà un importante esborso economico per lo stato, era prima necessario chiedere il via libera da parte del Congresso.
Debiti universitari: perché la Corte USA ha bloccato il provvedimento
Insomma, il provvedimento proposto dal presidente USA Joe Biden per stralciare i debiti universitari maturati dagli studenti è stato stroncato sul nascere. Proposto originariamente lo scorso agosto, era arrivato un primo stop già poco dopo, che ora si è concretizzato con una sentenza che di fatto ha rigettato in toto il testo di legge. Secondo quanto stimato dal governo, infatti, cono circa 45 milioni di americani ad aver contratto debiti nel corso dei loro studi, per un totale di circa 400 miliardi di dollari.
I debiti universitari, infatti, sono talvolta una delle poche modalità con cui le persone, o gli stessi studenti, possono mantenersi gli studi, che arrivano a costare in media 22.700 dollari per anno universitario. Secondo la Corte Suprema, tuttavia, dati proprio gli esorbitanti costi del provvedimento, era prima necessaria l’approvazione, e la valutazione, da parte del Congresso, mentre Biden avrebbe deciso di firmare la legge autonomamente. Commentando quanto accaduto, l’amministrazione della Casa Bianca ci ha tenuto a sottolineare “ai titolari di debiti universitari e alle loro famiglie che i repubblicani sono responsabili del fatto che viene negato loro un aiuto per il quale Biden si stava battendo”. Da tempo, infatti, la Corte a maggioranza Repubblicana sta muovendo una neanche tanto velata guerra alle proposte del presidente, al fine probabilmente di screditare la sua corsa nelle Elezioni presidenziali del 2024.