Mentre è stata presentata la proposta di legge per combattere il bullismo e il cyberbullismo, ora al vaglio della Camera, la tematica è al centro del dibattito pubblico. E così a scuola, dove più di frequente si consuma la problematica, si è concluso a maggio il progetto dedicato proprio alla migliore risoluzione di questo fenomeno tra i giovani (e non solo). L’iniziativa viene portata avanti dal 2019, e visto il successo riscontrato si è rafforzato coinvolgendo sempre più istituti scolastici. Come apprendiamo dal Sole 24 ore il progetto è stato voluto dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza ed è stato realizzato in collaborazione con la cooperativa Dike e l’Istituto Don Calabria.
Ad essere stati coinvolti sono stati 13 istituti, attraverso lo svolgimento di corsi di formazione per studenti, docenti, Ata e genitori per aiutare a comporre i conflitti. Il confronto e il dialogo, l’ascolto e l’empatia, con il sostegno della mediazione, si fanno spazio accanto alle tradizionali punizioni per rispondere alle situazioni conflittuali che nascono a scuola. L’utilizzo di questi strumenti è stato infatti al centro del progetto in questione.
CARLA GARLATTI : “IL CONFLITTO È FISIOLOGICO, MA BISOGNA IMPARARE A LITIGARE BENE”
“Il conflitto è fisiologico, ma bisogna imparare a litigare bene, ascoltando l’altro. E occorre riconoscere la frattura per ripararla e ricostruire la relazione, per il bene di tutti: dopo le liti nelle classi nascono fazioni che rovinano l’armonia“. Così è intervenuta Carla Garlatti, Autorità Garante. Progetti come quello citato insegnano gli step da seguire quando ci si trova di fronte ad episodi di bullismo che potrebbero degenerare in manifestazioni estreme.
La prima cosa da fare è procedere con la segnalazione degli episodi. Dopodichè interviene la mediazione degli insegnanti che, inizialmente provano a capire se ci sono i presupossti di una risoluzione pacifica, e infine aiutano le ‘parti in causa’ a comporre il conflitto. La mediazione tra l’altro è stata inserita anche nel regolamento scolastico e nel patto di corresponsabilità delle scuole coinvolte dall’iniziativa. Intanto già si pensa ad una nuova edizione del progetto, capace di coinvolgere ancora più realtà scolastiche, in modo che la formazione sulla risoluzione del bullismo possa perfino rientrare tra le materie di insegnamento. Aspetto, questo, su cui l’autorità garante spinge da tempo.