La giornata di ieri ha rappresentato un importante, e nativo, tonfo per l’azienda farmaceutica AstraZeneca, che da tempo lavorava ad un’innovativo farmaco contro il cancro ai polmoni per il quale si auspicavano effetti migliori rispetto a quelli registrati dall’attuale composto più diffuso per le chemioterapie. Ieri, infatti, sono stati pubblicati i primi risultati della terza fase del trial sul farmaco, chiamato datopotamab deruxtecan, che sono stati interpretati dagli investitori nel colosso farmaceutico come una sorta di passo indietro rispetto ai risultati originariamente attesi, che facevano quasi sperare nel miracolo. AstraZeneca, a causa dello studio, ha perso circa 14 miliardi di dollari dalla borsa valori, con gli investitori sempre meno fiduciosi verso il nuovo composto.
AstraZeneca: lo studio e il tonfo in borsa
Insomma, in una sola giornata il colosso farmaceutico AstraZeneca ha perso circa 14 miliardi di dollari dagli investitori in borsa, che sarebbero stati scoraggiati dai risultati ottenuti dal farmaco contro il cancro. L’azienda, che ha ora un valore stimato di 160 miliardi, avrebbe ottenuto dei buoni risultati, ma non abbastanza da poter giustificare le prime indiscrezioni ed analisi sull’innovativo farmaco, che a conti fatti sembra funzionare peggio di altri composti sviluppati dalla stessa azienda.
Complessivamente, dallo studio di AstraZeneca sul farmaco datopotamab deruxtecan emerge come, effettivamente, potrebbe arrestare per un lasso di tempo maggiore la progressione del cancro ai polmoni, sottolineando tuttavia che sia ancora presto per evidenziare una maggiore aspettativa di vita rispetto al docetaxel, il farmaco chemioterapico più diffuso attualmente. Secondo il colosso farmaceutico, i risultati sarebbero convincenti per fare sperare in un futuro in cui il nuovo farmaco diventerà cruciale per la lotta al cancro, ma sottolinea anche la necessità di ulteriori studi per confermarlo o smentirlo. Secondo gli investitori in AstraZeneca, però, i risultati sembrano meno convincenti di farmaci come l’Enhertu, sviluppato dallo stesso colosso e già diffuso, mentre datopotamab deruxtecan potrebbe non rappresentare quella svolta nella lotta al cancro che si era sperata.