Rishi Sunak, il primo ministro del Regno Unito, ha chiesto un’approfondita revisione della legge sulla pornografia online, che miri ad impedirne l’accesso ad ogni livello ai minorenni. Il numero 10 di Downing Street, infatti, ha avuto accesso ad un approfondito rapporto redatto dalla Commissaria per l’infanzia Rachel De Souza che ha esposto come la maggior parte dei minorenni, in un campione di circa mille adolescenti, avesse visionato almeno un contenuto pornografico, sottolineando anche come venissero usati da “spunto” per i giovanissimi inesperti sui rapporti sessuali. Così Sunak, preoccupato dalla possibile deriva che potrebbe prendere questa delicata situazione, ha chiesto un generale inasprimento della legge in materia di pornografia online, mettendo sotto la lente di ingrandimento anche i social media.
Sunak e la dilagante preoccupazione per la pornografia online
Insomma, molto presto la legge del Regno Unito sulla pornografia, per volere di Rishi Sunak, potrebbe essere inasprita, punendo in maniera esemplare i gestori dei siti che collezionano quel tipo di materiale. L’obiettivo più ampio della revisione è prevenire, prima ancora che si presentino, i possibili casi di sfruttamento ed abuso, come sottolineato dal lungo rapporto redatto dalla deputata Rachel De Souza ed utilizzato dai deputati Tory Miriam Cates, Bill Cash e Tabrett Bethell per una vasta campagna, anche mediatica, sulla sicurezza online.
“Il governo”, si legge in una nota firmata da Rishi Sunak e citata dal Daily Telegraph, “vuole garantire che la legislazione e la regolamentazione in materia di pornografia siano coerenti per tutti i contenuti pornografici”. Nella nuova legge, oltre a prevedere pene severe per i gestori dei siti porno che non prevedono verifiche dell’età di chi vi accede, potrebbe essere previsto anche il carcere per i gestori dei social media che non prevengono (con l’eliminazione tempestiva) la diffusione dei contenuti pedopornografici. Secondo quanto scoperto da Rachel De Souza, ed utilizzato da Sunak per chiedere l’inasprimento della legge, su un campione di mille minorenni, circa suna online, mentre il 10% di loro li guardava almeno dai 9 anni. Similmente, il 47% del campione tra i 16 e i 21 anni aveva dichiarato di ritenere ammissibile e giustificata, se non addirittura una prerogativa, la violenza durante un rapporto sessuale.