Il pugile Aziz Abbes Mouhiidine dopo la vittoria nella finale dei Giochi Europei, in cui ha battuto il suo avversario, l’irlandese Jack Marley, ha rivolto il suo viso alla telecamera, chiedendo in diretta mondiale alla sua fidanzata Carlotta Paoletti (anch’ella pugile) di sposarlo. Circostanza che ha lasciato i tanti fan dello sport con il fiato sospeso, ma che ora confessa, in un’intervista al Corriere della Sera, essere andata a buon fine.
Abbes, infatti, racconta che lei ci ha messo “meno di un minuto” a dargli una risposta. “Tornato all’angolo mio zio Gennaro, che è anche il mio tecnico, mi ha passato Carlotta al telefono. Ha detto sì” oltre ad averlo poi ufficializzato sul suo profilo Instagram. Racconta che non c’era nulla di programmato, “in semifinale avevo conquistato il pass per la mia prima Olimpiade dedicandolo a mia madre. Quando l’arbitro mi ha assegnato la vittoria in finale ho pensato subito a Carlotta: senza di lei non ce l’avrei mai fatta e il suo si mi ha emozionato come la vittoria”. Infatti, Abbes sottolinea che “noi pugili sembriamo invincibili, ma passiamo momenti di grande fragilità e io e Carlotta siamo fatti l’uno per sostenere l’altra”.
Aziz Abbes Mouhiidine tra carriera, olimpiadi mancate e progetti futuri
Passando oltre al felicissimo annuncio, il pugile Abbes racconta di aver intrapreso la carriera agonistica “per Muhammed Alì, pugile leggendario che fuori dal ring si è sacrificato per i diritti degli altri, delle minoranze, dei più deboli. Ho cominciato a vedere film su di lui ad otto anni e ho subito capito che avrei fatto il pugile“. Serbando anche il sogno di “vestire la divisa” che, tra l’altro, “ho realizzato”.
Parlando di una delle note più dolenti della sua carriera, Aziz Abbes Mouhiidine ci tiene a sottolineare che durante i Mondiali in Uzbekistan, contro il russo Gadzhimagomedov, ha subito un’ingiustizia da parte dell’arbitro. “Ci ho messo mesi a farmene una ragione”, racconta, “ma quel verdetto mi ha dato la forza per allenarmi duramente” e guardando al futuro sostiene chiaramente che “voglio l’oro a Parigi e spero di trovare arbitri corretti”. Ricordando, infine, la “delusione totale” dell’esclusione dell’Italia dalle Olimpiadi di Tokyo, Abbes confessa che “siamo ripartiti da zero, con grande umiltà e mesi di lavoro durissimo” che a Parigi li faranno, auspicabilmente, eccellere.