Rossetto rosso, capelli raccolti e qualche lacrima. Così Alessia Pifferi, accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi, Diana, abbadonandola per una settimana da sola in casa per stare con il suo compagno, si mostra in tribunale nel corso delle varie udienze del processo che si celebra a suo carico in Corte d’Assise a Milano. Ogni appuntamento in aula sigilla una nuova pagina di orrore nelle cronache legate alla storia della piccola, trovata senza vita in casa il 20 luglio 2022 in condizioni drammatiche.
Dal momento dell’arresto ad oggi, Alessia Pifferi ha cambiato avvocato ma non posizione: continua a dire di non aver mai voluto la morte della sua bimba e di non aver completamente colto il rischio che potesse accadere il peggio. La linea della difesa si assesta su questo perimetro, come emerge dalle parole del suo legale, Alessia Pontenani, affidate ai microfoni di Iceberg: “Alessia Pifferi non merita assolutamente l’ergastolo, non ha capito cosa stava facendo“. Ma per la Procura ci sarebbero pochi dubbi: la 38enne avrebbe lasciato sua figlia da sola assumendo il rischio che potesse morire, consapevole, quindi, che la sua condotta potesse provocare un epilogo irreversibile. Non solo: in altre occasioni, per sua stessa ammissione, l’imputata aveva lasciato la minore nell’appartamento senza provvedere a trovare qualcuno che si occupasse di lei in sua assenza. Occasioni in cui, soltanto per puro caso, la piccola Diana sarebbe sopravvissuta.
Alessia Pifferi e l’orizzonte ergastolo: le parole dell’avvocato
Fin dalle prime battute di questo caso, gli occhi di inquirenti e media si sono focalizzati sulla figura di Alessia Pifferi e sul contesto in cui viveva la piccola Diana, morta di stenti in casa a 18 mesi dopo essere stata lasciata sola per giorni dalla madre. Tassello dopo tassello, gli inquirenti avrebbero raccolto elementi granitici a carico della donna per sostenere l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato e portarla alla sbarra nello spettro di una possibile condanna all’ergastolo, orizzonte che la difesa respinge perché, sottolinea il suo legale Alessia Pontenani, “non ha capito cosa stava facendo“.
Intervenuto nella trasmissione Iceberg, di Marco Oliva, l’avvocato di Alessia Pifferi ha ricalcato quello che, a suo dire, sarebbe il contorno della vicenda che vede la 38enne a processo per il decesso della figlia: “Stiamo parlando di una persona che dopo che trova la figlia con piedi e mani neri, in avanzato stato di putrefazione, gli occhi incavati, le dà da bere. Lei va e chiama la vicina per farsi aiutare perché non ha pensato lei di chiamare il 118. Qual è la pena giusta? Qui c’è l’abbandono di minore con morte, io ritengo così“. Al termine della pausa estiva, il dibattimento riprenderà il 19 settembre quando saranno sentiti gli ultimi testimoni e si terrà l’esame dell’imputata un aula.