Arrivano aggiornamenti in merito al terribile incidente avvenuto in provincia di Belluno nella giornata di ieri che ha causato la morte di tre persone, fra cui un bimbo di due anni. A Santo Stefano di Cadore una vettura con targa straniera è finita a folle velocità contro un’auto con una bordo una famiglia veneziana, uccidendo praticamente sul colpo tre dei quattro occupanti. Stamane a Il Gazzettino ha parlato Marco Potente, figlio di Mariagrazia Zuin, ognato di Marco Antoniello e zio del piccolo Mattia, tutte vittime dell’incidente di Belluno: «Cosa vuole che le dica? Siamo distrutti. Non ha senso morire in questo modo, falciati in vacanza da un’auto piombata alle spalle».
A salvarsi solamente il padre di Marco Potente, il signor Lucio, marito di Mariagrazia e nonno di Mattia, che si trovava a piedi dietro la vettura e che ha assistito in diretta allo scontro, per poi accusare un malore dopo aver visto cosa fosse successo: «Dai primi rilievi, da quanto ci hanno detto le forze dell’ordine, pare che quell’Audi stesse viaggiando a 160 chilometri all’ora – dice ancora Marco -, mio padre mi ha raccontato che la donna alla guida sembrava fuori di sé, non so dire perché sotto choc o sotto l’effetto di qualche sostanza. Quando è scesa inveiva contro i corpi a terra delle vittime». Una vicenda quindi che va ancora ricostruita nel dettaglio, ma che ha segnato per sempre la vita di una famiglia: «Sono morti mia madre, mio nipote e mio cognato, mia sorella è ricoverata in ospedale, mio padre è ancora sotto choc. Quella donna ci ha condannati per sempre a una vita orribile». Il 16 luglio prossimo il piccolo Mattia avrebbe dovuto compiere due anni: «Era un bambino stupendo – le parole dei vicini di casa – era la gioia dei nonni. È una tragedia immane, una tragedia di tutta la comunità».
INCIDENTE BELLUNO, LA FIGURA DI NONNO LUCIO NEL MONDO DEL CALCIO
Nonno Lucio era una figura molto conosciuta a Jesolo per via del suo passato nel mondo del calcio: «Ha allenato la nostra squadra nel 2018 – dice Federico Biondo, ex ds del Lido di Jesolo – subentrando al precedente allenatore che si dimise dopo alcune giornate. Quell’anno, con la sua determinazione, riuscì a portaci nella finale di coppa di Terza Categoria. È una persona squisita, un personaggio di un calcio d’altri tempi. Sempre molto disponibile, faceva la spola tra Favaro e Jesolo per gli allenamenti. Dopo quell’esperienza non ha più allenato. La notizia di quanto accaduto è terribile, gli siamo vicini e ci stringiamo in un grande abbraccio».