Numerose indicazioni degne di nota nel rapporto annuale elaborato dall’Istat presieduto da Francesco Maria Chelli. Dal record di ultracentenari alle difficoltà dei giovani, i numeri parlano chiaro. Uno dei temi più delicati riguarda il rapporto tra donne e lavoro, dove l’Italia è maglia nera: la crescita dell’occupazione femminile è stata quasi costante, ma i progressi non sono sufficienti. L’Italia, infatti, deve fare i conti con divario ampio con la media europea: il 42,2% nostrano contro il 46,3% Ue.
Come anticipato, il rapporto Istat segnala grandi difficoltà per la fascia giovanile. Gli indicatori del benessere sono ai livelli più bassi in Europa. Nel 2022 quasi un ragazzo su due tra i 18 e i 34 anni ha almeno un segnale di deprivazione. Parlando di numeri, 1,7 milioni di giovani tra i 15 e i 29 anni fa parte dei Neet, ovvero non studia, non lavora e non è inserito in percorsi di formazione. Seppur in calo, la percentuale resta sopra la media europea.
L’analisi del rapporto annuale Istat
Il rapporto dell’Istat segnala inoltre il rialzo della speranza di vita, ma solo per gli uomini: circa 2 mesi e mezzo di vita in più. I dati si attestano attualmente a 80,5 anni per gli uomini e 84,8 anni per le donne. E prosegue il processo di invecchiamento della popolazione: l’età media è salita da 45,7 anni a 46,4 anni tra l’inizio del 2020 e l’inizio del 2023 nonostante l’elevato numero di decessi di questi ultimi tre anni soprattutto a causa della pandemia da Covid-19. Parlando di età, menzione necessaria per il record di ultracentenari: al primo gennaio del 2023 erano 22 mila, due mila in più rispetto all’anno precedente. Entrando nel dettaglio, la categoria ultracentenari vede protagoniste soprattutto le donne, circa l’80 per cento del totale. Data la crescita dei “grandi anziani”, nel 2041 gli ultraottantenni supereranno i 6 milioni e gli ultranovantenni saranno circa 1,4 milioni.