Dopo l’articolo sul figlio di Ignazio La Russa, Filippo Facci è finito al centro delle polemiche per un caso di stalking all’ex moglie. Qualcuno ha chiesto di togliergli il programma che dovrebbe condurre da settembre su Rai 2, una striscia quotidiana di 5 minuti alle 12.55, appena prima del telegiornale, ma ai microfoni de La Stampa ha voluto rispondere a tutte le critiche ricevute. E ha rilanciato: “Sono usato come pretesto per attaccare il governo”.
“Non è nemmeno il mio stile, non so cosa c…o mi è preso”, ha commentato Filippo Facci sulla frase dell’articolo su Leonardo Apache La Russa che ha scatenato le polemiche: “Ma comunque non chiederei scusa di nulla, non è stata capita la frase, è stata usata come pretesto. È come una barzelletta che non fa ridere. Se c’è bisogno di attaccarsi ad una frasetta per attribuirmi, come ha fatto Sandro Ruotolo, quattro reati come sessismo, razzismo, apologia del fascismo e vittimizzazione secondaria interroghiamoci sul sistema non su uno svarione stilistico”.
La versione di Filippo Facci
Filippo Facci si è poi soffermato sul programma in Rai che rischia di saltare: “Ho ricevuto una telefonata che non è servita a niente, volevano sapere che aria tirava”. Il giornalista di Libero ha spiegato che in Rai adesso rispetto a questa storia si trovano in un doppio vicolo cieco: non possono cedere, ma allo stesso momento le donne della Rai sono tutte contro di me”. E Filippo Facci non ha nascosto il dispiacere in caso di taglio, per un motivo ben preciso: “Quel lavoro mi farebbe comodo dal punto di vista alimentare, altrimenti ti assicuro che avrei fatto un passo indietro da solo, non voglio stare lì a difendere la mia rubrichino. Mantengo diverse persone. Molti pensano all’egemonia culturale, ma per me vale solo quella del rosso in banca, per questo sto traslocando. Vada come vada. Mi ritrovo cornuto e mazziato”.