Lo scrittore e giornalista statunitense William Vollmann ha avuto esperienze da militare in Afghanistan, Bosnia e Somalia, nei suoi libri racconta spesso anche le violenze compiute nelle guerre, sottolineando spesso il ruolo primario degli Usa per gli atti criminali, sempre con atteggiamento critico nei confronti di un governo che “vorrebbe imporre decisioni al resto del mondo“. Intervistato dal quotidiano La Verità il saggista ribadisce le sue posizioni, soprattutto in merito alla situazione in Afghanistan della quale dice di essere “contento che finalmente gli afghani abbiano in mano il loro paese, anche se non condivido le scelte dei talebani“, ma comunque “è meglio che la popolazione possa decidere autonomamente dopo anni di imposizioni sanguinarie da parte di Usa e Unione Sovietica“.
Anche sul conflitto russo-ucraino Vollmann non nasconde la responsabilità dei politici americani, specialmente Hillary Clinton, che aveva basato la sua campagna presidenziale quasi esclusivamente sulla demolizione della figura di Putin, “ed è normale che poi lui non l’abbia presa bene” e aggiunge “si è sentito tradito dall’occidente“.
William Vollmann “Gli Usa commettono fatti orribili facendo finta di essere buoni”
William Vollmann prosegue nell’intervista analizzando le prospettive future in Ucraina, e ammette di percepire un “rischio di guerra nucleare“, ma anche se Putin ha commesso un crimine invadendo un altro paese “non è giusto che vengano penalizzati sportivi, artisti e musicisti russi, puniti dall’Europa e dall’America solo per la loro appartenenza e per l’essere patrioti”. Sulle colpe dell’occidente lo scrittore afferma che, per quanto riguarda il governo Usa, la caratteristica peggiore è sicuramente “l’avidità e l’arroganza“.
“Gli americani credono di essere buoni, ma dopo i fatti orribili commessi in Iraq non possono più essere considerati tali“, l’impero ora sta collassando perchè “anche se proseguiamo con la volontà di pilotare il mondo, gli altri popoli sono stanchi di sentirsi dire ciò che devono fare dai nostri presidenti“. E conclude “tutti i paesi possono essere immorali e crudeli, ma gli americani fanno finta di non esserlo“.