Riti voodoo per tenere soggiogate le vittime, come i transgender che dal Brasile arrivavano sul litorale domizio, a Caserta: sarebbero queste le tecniche che alcune persone metterebbero in atto per convincere donne trans a prostituirsi. È quanto scoperto dagli inquirenti della Direzione distrettuale antimafia, che dal Gip del Tribunale di Napoli hanno ottenuto undici misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati trans brasiliani, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, alla tratta di esseri umani e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina di connazionali, come spiega il Mattino.
I reati prevedono oltre quindici anni di reclusione. Tra i destinatari, quattro sono detenuti nel carcere napoletano di Secondigliano. L’operazione è stata eseguita dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Caserta ma altri arresti sono stati eseguiti in diverse città italiane compresa Roma. Tra gli arrestati anche persone che conducevano una vita normale e insospettabile come attività lavorative nei centri estetici. Alcuni avevano già precedenti, altri no.
Intimidazioni e minacce alle famiglie in Brasile
L’uso della magia nera per convincere le donne trans a prostituirsi è stato confermato dal ritrovamento di una testa di una statuetta raffigurante una divinità circondata da frutti. Si tratterebbe di un rito chiamato “Egun”, ritenuto mortale. I proventi della prostituzione venivano versati al capo del gruppo criminale per saldare il debito contratto per entrare in Italia, come spiega Il Mattino. Una vicenda simile a quella della tratta delle nigeriane adescate in patria e portate in Italia, tenute scacco anch’esse come le donne trans brasiliane, con riti voodoo.
In questo caso le vittime venivano reclutate in Brasile, da un referente dell’associazione, e portate in Italia dopo un “periodo di prova”. Dopo essere giunte a Milano, le transgender venivano portate a Castel Volturno in auto. Private del telefono, erano costretta a prostituirsi a rigidi orari e controllate dai membro dell’organizzazione, trattate come vere e proprie schiave. Spesso erano anche picchiate e vessate psicologicamente. Non mancavano le minacce di ritorsioni nei confronti dei loro familiari in Brasile. Le intimidazioni magico-religiose venivano attuate anche nei confronti dei familiari rimasti proprio nel loro Paese d’origine.