Volodymyr Zelensky deluso e arrabbiato per la frenata all’ingresso dell’Ucraina nella Nato? Il presidente della Polonia prova a ridimensionare anche il caso, anche se non si placano le polemiche. “È consapevole della politica internazionale, ha molto talento, è molto intelligente e ha ben chiaro per cosa si può o non si può lottare“, dichiara Andrzej Duda in un’intervista al quotidiano tedesco Welt, precisando che l’Ucraina non riceverà un invito formale, che peraltro è un passo decisivo nell’iter per l’adesione alla Nato. “Dal mio punto di vista, non ci sarà alcun invito al vertice di Vilnius. Naturalmente, sarei lieto di una tale decisione“. Duda anticipa il suo voto a favore per la cosiddetta procedura di tasking, cioè la valutazione per l’ingresso dell’Ucraina. “Anche questo è un passo formale, più piccolo, ma con la decisione che la procedura di ammissione dell’Ucraina alla Nato è iniziata. Meno di un invito, ma un chiaro segnale che la procedura di ammissione è iniziata“, chiarisce il presidente polacco. Dunque, prevale la linea della prudenza, anche perché la guerra è ancora in corso. “Dobbiamo essere consapevoli di dover attendere la fine dell’aggressione russa“.
Questa è anche la posizione della Germania, così come di altri Paesi membri dell’Alleanza Atlantica, ma Duda si sbilancia con una promessa agli ucraini: “Quando la guerra sarà finita, voglio che il Paese venga ammesso il prima possibile“. Peraltro, prevale anche il timore di un coinvolgimento nel conflitto. A tal proposito, Duda spiega che non è una preoccupazione solo tedesca. “Se l’Ucraina dovesse essere ammessa alla Nato oggi, durante la guerra, chiederebbe prima di tutto l’applicazione dell’articolo 5. Poi gli altri Stati alleati dovrebbero essere invitati a partecipare alla guerra. Poi gli altri Stati alleati dovrebbero aiutare l’Ucraina a difendersi. E poi ci sarebbe la guerra. Ecco perché l’Ucraina non può essere ammessa oggi“. Nessuno vuole l’ingresso nella Nato di una nazione in guerra, una posizione comprensibile considerando gli effetti che produrrebbe, ma che non impedisce di tracciare per l’Ucraina il percorso da seguire. Darebbe il segnale che “l’Ucraina è sulla strada della Nato, cosa che prima non esisteva“.
“PARLARE CON PUTIN? PRIMA RITIRI ESERCITO”
In caso di cessate il fuoco in Ucraina, la Polonia sarebbe disposta ad inviare soldati polacchi nel Paese, a patto che sia una decisione della Nato. Per quanto riguarda invece l’atteggiamento della Germania nei confronti della Russia e di Vladimir Putin, Duda riconosce che molto è cambiato. “Non parlerei con lui finché la Russia non dimostrerà la volontà decisiva di rispettare il diritto internazionale. Ma al momento non è così. La Russia deve iniziare a ritirare il suo esercito dal territorio dell’Ucraina. Ci sono stati crimini di guerra russi in Ucraina. Spero che vengano perseguiti e che i responsabili vengano puniti. E spero che la Russia risarcisca l’Ucraina per i danni subiti. Credo anche che, soprattutto, debba restituire il territorio occupato“, spiega ai microfoni di Welt. Nel frattempo, l’Ucraina deve continuare a ricevere il sostegno degli alleati. A prescindere da come si evolverà il conflitto, per il presidente della Polonia “sarà una vittoria quando l’esercito russo avrà lasciato il territorio ucraino“. A tal proposito, lascia all’Ucraina la decisione sui negoziati. “Deve avere la sovranità di decidere sul proprio futuro, sul proprio territorio nazionale. Questo è il loro diritto e quello del popolo, che può decidere su se stesso“.
IL FUTURO DELLA RUSSIA E IL RUOLO DELLA POLONIA
Duda preferisce, invece, non sbilanciarsi con previsioni sul futuro di Vladimir Putin. Del resto, è già complesso valutare la situazione in Russia dopo la rivolta della brigata Wagner. “È difficile dire cosa succederà“, ammette a Welt il presidente della Polonia. D’altra parte, non esclude una nuova rivolta. “Tutto è possibile. Non lo so. Questa è la Russia. Lì succedono cose diverse. Penso che anche in Russia le opinioni siano divise. Certo, c’è il terrore, la gente muore, non solo al fronte, si parla di varie morti strane. Ma ci sono anche forze diverse“. Di sicuro la situazione sul fronte russo è molto difficile per il presidente polacco. “Mi dispiace per i soldati mandati al fronte da Putin. Ho sentito dire che spesso sono male equipaggiati. La Russia non ha molte armi moderne di standard Nato. I soldati muoiono al fronte. In termini puramente umani, mi dispiace per loro“, prosegue Duda.
Ma purtroppo per loro la Russia ha attaccato l’Ucraina senza motivo. “La Russia vuole semplicemente conquistare questo territorio. La Russia vuole che l’Ucraina si assoggetti. Vuole ricostruire la superpotenza russa. Non possiamo permetterlo. Il mondo non può permetterlo, dobbiamo fermarli“. La scelta del plurale non è casuale, visto che l’Ucraina riceve sostegni e aiuti da diverse parti, “soprattutto dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna e anche dalla Polonia“. Infatti, Duda rivendica il ruolo del suo Paese: “La Polonia è uno dei Paesi che finora ha aiutato di più l’Ucraina. Abbiamo già dato loro più di 700 veicoli diversi, più di 300 carri armati, e anche altre armi. Oltre a munizioni, armi per i soldati, gilet antiproiettile. Cerchiamo di aiutare dove possiamo. Anche la Germania, soprattutto di recente. Abbiamo inviato i carri armati Leopard insieme. Spero che tutti ci aiutino“.