Francesca Coin, sociologa presso la Supsi, l’Università del Ticino, ha commentato in una intervista a La Repubblica il fenomeno delle dimissioni. “Negli ultimi trent’anni è stata richiesta una efficienza sempre più elevata. Una pressione che è andata di pari passo con un impoverimento del lavoro, un aumento della precarietà e una crescita di situazioni di stress”, ha sottolineato.
Per molti potrebbe sembrare paradossale reagire alla precarietà del lavoro con le dimissioni, ma non è così. “Nel 1914 Henry Ford per contrastare l’elevato turnover volontario nelle sue fabbriche decise di raddoppiare i salari e ridurre l’orario di lavoro. Da allora la fidelizzazione del personale è stata resa possibile introducendo forme di retribuzione diretta, indiretta e differita”, ha ricordato. Poi però qualcosa è cambiato. “A partire dagli anni ‘90 queste sono state tagliate. Le aziende preferivano servirsi di forza lavoro precaria da dismettere a proprio piacimento”.
Coin: “Dimissioni a lavoro sono sempre più frequenti”. Il fenomeno
Francesca Coin ha dunque rivelato che il fenomeno delle dimissioni sempre più frequenti a lavoro ha origini lontane. “Questa infedeltà nel tempo si è ritorta contro le aziende. Il ragionamento utilitaristico è stato fatto proprio anche dai lavoratori che hanno cominciato a lasciare il lavoro quando si sono accorti che i costi economici o emotivi diventavano troppo elevati”. Vale anche per i personaggi celebri. Jacinda Ardern, ex premier della Nuova Zelanda, è un esempio nella politica. Simone Biles e Naomi Ōsaka nello sport.
La pandemia di Covid sembrerebbe avere aggravato ulteriormente il fenomeno. “Ci si è chiesti quale fosse la finalità del lavoro, se fosse un fine in sé o se non fosse arrivato il tempo di dare priorità ad altre cose. È stata una grande epifania, un grande disvelamento. Il virus ha aperto una breccia nell’immaginario collettivo facendoci toccare con mano il fatto che le nostre vite potrebbero essere organizzate in modo diverso. Il buio della pandemia è stato illuminante, molte persone hanno trovato il coraggio di fare cose che prima le spaventavano, come cambiare lavoro o dimettersi”, ha concluso. È dunque un’opportunità per cambiare il sistema.