MAXI SCOSSA DI TERREMOTO OGGI IN ALASKA, MAGNITUDO 7.0 RICHTER
Dopo qualche preoccupazione ieri per alcune vibrazioni sortite dal sisma di Ascoli Piceno, il terremoto oggi in Italia al momento non ha registrato per fortuna scosse significative in nessuna parte del Paese. A spaventare oggi è il terremoto registrato alle ore 8.48 (in Italia) al largo dell’Alaska negli Stati Uniti: sisma di magnitudo 7.4, poi ricalcolata e fissata a M 7.0, scatenando subito l’allerta tsunami su tutta l’area.
Il terremoto ha avuto una profondità molto superficiale, con soli 17 km sotto il livello del mare: è stato localizzato come epicentro a circa 106 chilometri a sud di Sand Point in Alaska. Il sistema di allerte tsunami in Usa è scattato all’istante per tutte le aree a nord degli Stati Uniti: dopo la prima scossa ne hanno fatto seguito altre due di magnitudo 5.7 e 3.6, sempre registrate dall’Istituto geofisico statunitense (Usgs) e riprese poi dal Centro INGV in Italia.
ALLARME TSUNAMI DOPO TERREMOTO IN ALASKA: ECCO PERCHÈ È RIENTRATO
«Per le coste statunitensi e canadesi nel Pacifico non c’è alcuna minaccia tsunami», così ha diramato il Centro nazionale di allerta tsunami di Palmer, in Alaska. Il terremoto occorso oggi nello Stato più a nord degli Usa non è certo il primo in quella particolare zona di mondo: l’Alaska fa parte infatti dell’anello di fuoco del Pacifico, attivo a livello sismico già da centinaia di anni.
Da ricordare il dramma avvenuto nel marzo 1964 quando l’Alaska venne colpita da un terremoto di magnitudo 9,2, il più potente mai registrato in Nord America: la città di Anchorage fu devastata e si scatenò uno tsunami che colpì il Golfo dell’Alaska, la costa occidentale degli Stati Uniti e le Hawaii (morirono più di 250 persone). Nel corso della mattinata però, per fortuna, il Centro nazionale di allerta tsunami di Palmer, in Alaska, ha cancellato l’allarme tsunami emesso per l’Alaska meridionale e la penisola dell’Alaska dopo il terremoto registrato al largo della penisola. Non si registrano al momento danni vista la distanza importante dell’epicentro dalle aree più popolate dell’Alaska.