I cattolici della Francia hanno trovato una soluzione per evitare che il mondo si allontani dalla fede: si tratta di un’app che permette di pregare con il cellulare. Il suo nome è “Prier dans la ville”. Il funzionamento, come riportato da Le Parisien, è simile a quello di Whatsapp. I fedeli si riuniscono in dei gruppi, dove possono essere inviati dei testi sacri oppure si può conversare.
“Oggi sono sempre di più le persone che ci dicono: la messa è noiosa”, ha affermato don Philippe Verdin, frate domenicano nonché direttore editoriale dell’applicazione. “Queste persone hanno ancora cose da dire a Dio, ma pensano che per loro la Chiesa abbia calato il sipario”. È il caso ad esempio dei lavoratori, i quali non hanno il tempo di recarsi nei luoghi di culto. Al contrario, però, non manca a nessuno il tempo per dare un’occhiata allo smartphone. “In questo momento storico tutti sono sempre al cellulare, quindi dobbiamo esserci anche noi”, ha aggiunto Arnaud Wallaert, creatore della piattaforma.
Pregare al cellulare: in Francia spopola app per cattolici, come funziona
L’app per pregare al cellulare per la Francia sembrerebbe essere sostanzialmente l’ultima spiaggia per evitare che il numero di fedeli continui a ridursi drammaticamente. Le statistiche rivelano infatti che entro il 2030 dovrebbero chiudere tra le 2.500 e le 5.000 chiese del Paese, su poco più di 40.000 attive. Un fenomeno che i frati non vogliono in alcun modo permettere. È per questo motivo che stanno cercando di riavvicinare i fedeli al mondo clericale.
Lanciata a fine aprile, “Prier dans la ville” può essere scaricata su iPhone o Android. È sufficiente inserire età, luogo di residenza e abitudini religiose per accedere ai contenuti. Tra le proposte ci sono preghiera quotidiana, meditazione online, lode (preghiera cantata dai monaci), tutorial, podcast, video e un episodio settimanale di scoperta della Bibbia a cura di del prete youtuber e tiktoker Paul Adrien. “Questo ci permette di pregare dove vogliamo e quando vogliamo, ma anche di trovare una comunità che, anche se è virtuale, è comunque composta da persone reali”, ha concluso fratel Philippe Verdin. L’iniziativa sta già spopolando.