Nel corso degli ultimi anni all’interno del mondo scientifico ed accademico ha iniziato a diffondersi l’idea che la menopausa femminile potrebbe essere tardata, o addirittura programmata. Diverse aziende e ricercatori, infatti, hanno iniziato a lavorare ad alcune terapie che muoverebbero su diverse direzioni, ma tutte al fine di tardare quel momento, ora, cruciale per la vita di tutte le donne al mondo.
A conti fatti, la possibilità di tardare la menopausa avrebbe effetti positivi da diversi punti di vista. Il primo, sicuramente, è quello della fertilità, che durerebbe per le donne, come per gli uomini, più a lungo, permettendo dunque di avere figli in tarda età, ma anche di vivere i primi 30/35 anni di vita senza la pressione (per chi lo desidera) di mettere al mondo un figlio. Oltre a questo, però, vi sono anche diversi aspetti positivi dal punto di vista della salute propriamente intesa. Per esempio, si potrebbe fare a meno delle vampate di calore, degli sbalzi d’umore, dell’insonnia, ma anche, e soprattutto, delle malattie cardiopatiche e della demenza precoce. Uno studio, inoltre, ha evidenziato che le donne che vanno prima in menopausa, hanno un’aspettativa di vita minore di circa un paio d’anni.
Menopausa: le terapie per tardarla o programmarla
Insomma, una vita senza menopausa sicuramente farebbe, da un lato, molto comodo alle donne, mentre dall’altro avrebbe anche ottimi effetti sulla salute generale. In sviluppo, allo stato attuale delle cose, secondo quanto racconta il Wall Street Journal, vi sarebbero diverse terapie, tutte ancora in fasi piuttosto precoci, ma che avrebbero già dimostrato diversi ottimi risultati dai primi studi, condotti in larghissima parte sui topi.
Contro la menopausa, per esempio, si potrebbe usare la rapamicina a basso dosaggio, terapia già diffusa nel post operatorio dei trapianti ai reni, ma che riesce anche a tardare l’invecchiamento delle ovaie. Il suo utilizzo potrebbe anche preservare la fertilità delle donne, permettendo la procreazione anche a 45/50 anni. Gameto, un’azienda farmaceutica americana, invece, tramite l’ingegneria cellulare potrebbe riuscire a creare cellule di supporto a quelle ovariche, che preserverebbero la salutilsue, ma senza preservare la fertilità. Insomma, le terapie generali contro la menopausa sono diverse, tutte in stadi poco avanzati, ma che sui topi starebbero ottenendo effetti sorprendenti e che, in un futuro magari lontano, potrebbero ottenere l’approvazione, dando il via a una nuova fase della vita di tutte le donne al mondo.