A poco più di un mese dalla morte di Silvio Berlusconi, Forza Italia è ripartita. Non ci sarà più un presidente azzurro, ma un segretario. Il primo è Antonio Tajani, scelto all’unanimità dal mondo forzista. “Non si tratta di rifare la Dc, ma di aggregare e costruire un partito con le porte aperte, che svolga il ruolo che svolgeva la Democrazia cristiana nella prima Repubblica”, le sue parole ai microfoni del Corriere della Sera.
Tanti i messaggi ricevuti, a partire da Ursula von der Leyen, Tajani non ha nascosto il peso della responsabilità e la sua linea consiste in cinque sfide: crescita economica, giovani e danatalità, salari, Sud e Europa. Senza dimenticare la giustizia: “La giustizia è parte fondamentale delle riforme per rendere più competitiva l’Italia. La giustizia civile che non funziona vale 3 punti di il. Il processo penale così com’è porta all’assoluzione del 60% dei processati, qualcosa non funziona. Bisogna avere il processo giusto, con la netta separazione tra magistrato inquirente e giudicante”.
Antonio Tajani e la ripartenza di FI
Soffermandosi sul futuro di Forza Italia, Antonio Tajani ha sottolineato che FI non sarà la costola di nessuno: “La nostra ambizione è essere il centro di gravità permanente del sistema politico, la dimora di tutti i riformisti e garantisti che cercano un punto di riferimento stabile, credibile, responsabile. Forza Italia è il centro del centrodestra, può attrarre chi ha votato Pd e M5S e chi si rifugia nell’astensione”. Una battuta anche sui possibili nuovi arrivi, sono circolati i nomi di Rosato, Bonetti e Castaldo: “Non è il mercato delle persone, io non ho mai fatto un nome e nessuno ha mai detto che ci sarebbero stati ingressi al Consiglio nazionale. Ci saranno ingressi importanti, in futuro. Non si tratta di fare una campagna acquisti e promettere posti, ma di costruire un progetto attrattivo”. Tajani ha anche parlato del caso Santanchè: “Palazzo Chigi sta mollando la ministra? Non lo so e non entro nel merito di vicende giudiziarie che non conosco, dico solo che gli avvisi di garanzia si devono dare agli interessati e non ai giornali “.