Hanno superato quota 400 le vittime della cosiddetta “setta del digiuno”, una congregazione con base in Kenya, salita alla ribalta delle cronache negli ultimi mesi. Come si legge su RaiNews, la polizia ha trovato nelle scorse ore i corpi di altre dodici persone, tutti seguaci del predicatore Paul Mackenzie. Il rinvenimento, in una fossa comune scavata nella foresta di Shakaola, nell’entroterra del Paese. A rendere noto la macabra vicenda è stato il comandante regionale della polizia, Rhoda Onyancha, che al sito Citizan Digital ha fatto sapere che i morti in totale sono saliti a quota 403, mentre le persone trovate ancora in vita sono 95. Paul Mackenzie aveva inviato i suoi seguaci presso un terreno di sua proprietà, chiedono agli stessi di preghiera e di astenersi dal cibo per “poter incontrare Gesù in paradiso”.
L’uomo è stato arrestato lo scorso mese di aprile 2023 assieme ad altre persone, e l’accusa nei suoi confronti è quella di istigazione al suicidio, anche se le autorità stanno indagando per cercare di capire se lo stesso santone abbia delle responsabilità dirette su alcuni morti. A spingere verso questa direzione il fatto che l’autopsia praticata su alcuni cadaveri abbia rivelato segni di soffocamento e strangolamento, ma a riguardo il leader della setta del digiuno si dichiara innocente: “Non so cosa ci faccio dietro le sbarre, sento che è un’ingiustizia, ma sono certo che il Signore, che servo e di cui mi fido, mi aiuterà”.
SETTA DEL DIGIUNO, TROVATE ALTRE VITTIME: LE AUTORITÀ HANNO AGITO CON TROPPA LEGGEREZZA?
In Kenya la vicenda ha creato un certo scalpore soprattutto per le polemiche nei confronti delle autorità locali visto che Mackenzie Nthenge non era un personaggio sconosciuto alle forze dell’ordine in quanto già arrestato 8 anni fa, nel 2017, per indottrinamento.
In quell’occasione aveva esortato molti bimbi a non andare a scuola, dicendo loro che l’educazione non è riconosciuta nella Bibbia: u accusato di “radicalizzazione” e di gestione di una scuola non registrata. Il marzo scorso era stato quindi nuovamente arrestato, sempre con la stessa accusa, dopo che aveva convinto due genitori a lasciar morire di fame i propri figli per poi seppellirli: era stato rilasciato dietro il pagamento di 671 euro di cauzione.