LA DICHIARAZIONE DEI VESCOVI UE CONTRO L’ABORTO COME DIRITTO IN EUROPA
Già più di un anno fa i vescovi Ue erano intervenuti con un netto appello al Presidente francese Emmanuel Macron (all’epoca Presidente di turno del Consiglio Ue) bocciando la “proposta” di inserire il diritto all’aborto nella Carta dei Valori Ue: la Comece (Commissione degli episcopati dell’Unione europea) ha ora pubblicato una dichiarazione ancora più approfondita dal titolo “L’indifendibilità etica di un diritto fondamentale dell’Ue all’aborto”, elaborata dalla propria Commissione etica.
Il documento dei vescovi europei di fatto non fa altro che ribadire la Dottrina Sociale della Chiesa, sostenendo il rispetto della dignità inalienabile di ogni essere umano in ogni fase della vita: «non esiste alcun diritto riconosciuto all’aborto nel diritto europeo o internazionale», si legge nel documento diffuso martedì 18 luglio 2023. Dopo l’appello a Macron nel gennaio 2022, la Comece aveva scritto nel luglio dello scorso anno una dichiarazione in cui incoraggiava i leader politici «a lavorare per una maggiore unità tra gli europei, non per creare barriere ideologiche e polarizzazioni più elevate».
COMECE (VESCOVI UE): “GLI STATI DIFENDANO LA VITA, QUELLO SÌ FONDAMENTALE”
Nel documento preparato dai vescovi Ue si fa esplicito appello alle origini dell’Europa quando i padri fondatori, basandosi sulla genuina tradizione umanistica, richiamavano «la dignità umana è un valore fondamentale nei trattati e nella Carta dell’Ue». Vi è proprio per questo motivo e non solo per una convinzione (solo) religiosa una l’indifendibilità etica di un “diritto” fondamentale come l’aborto. «I padri dell’Europa erano ben consapevoli dell’importanza fondamentale della dignità inalienabile dell’essere umano», scrivono i vescovi della Comece, «Il rispetto della dignità di ogni essere umano in ogni fase della sua vita, specialmente nelle situazioni di completa vulnerabilità, è un principio fondamentale in una società democratica».
Facendo riferimento alla legislazione europea, la commissione dei vescovi europei afferma che «né la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue né la Convenzione europea dei diritti fondamentali (Cedu) approvano tale diritto all’aborto». Si precisa perciò che «le competenze legislative degli Stati membri dell’Ue e il principio di attribuzione secondo cui l’Unione agisce solo nei limiti delle competenze che le sono attribuite dagli Stati membri nei Trattati per il conseguimento degli obiettivi da essi previsti (articolo 5.2 del Trattato di dell’Unione europea) dovrebbero essere rispettati. Non ci sono competenze a livello Ue per regolamentare l’aborto». Il documento dei vescovi Ue precisa poi che la Corte europea dei diritti dell’uomo non ha mai dichiarato l’aborto come un «diritto umano protetto dalla Convenzione europea dei diritti fondamentali»: al contrario, «ha dichiarato il diritto alla vita come un diritto umano fondamentale». Per quanto riguarda infine le tradizioni costituzionali, all’interno dell’Ue emerge un quadro molto diverso: «Il rispetto della diversità di queste norme e la grande importanza di ciascuna tradizione costituzionale nel soppesare diritti fondamentali divergenti in un conflitto sulla gravidanza suggeriscono di non costituire un diritto all’aborto come principio generale del diritto dell’Unione», sottolineano i vescovi. Mons. Anton Jamnik, presidente della Commissione etica della COMECE, afferma che «gli Stati membri dell’UE hanno tradizioni costituzionali molto diverse per quanto riguarda la regolamentazione legale dell’aborto, pertanto, costituire un diritto fondamentale all’aborto andrebbe contro i principi generali del diritto dell’Unione».