39 suicidi in sette mesi. Sono questi i terrificanti numeri delle carceri italiane, che da inizio 2023 hanno visto perdere la vita già quasi quaranta persone. Nelle scorse ore è morto anche Fakhri Marouane. Il giovane si trovava al Policlinico di Bari dove era stato ricoverato a fine maggio, dopo essersi dato fuoco mentre nel carcere di Pescara. Il ragazzo, di 30 anni, era testimone al processo della “mattanza” del carcere di Santa Maria Capua Vetere, avvenuta nell’aprile 2020, quando decine di detenuti subirono violenza da parte di agenti di polizia penitenziaria.
Fakhri eratra i detenuti che avevano subito violenza. Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, dichiara: “Il suo suicidio è un fatto tragico. L’ennesimo fatto tragico che interessa le carceri italiane dove, dall’inizio del 2023, si sono suicidate già 39 persone detenute. Un numero ancora una volta enorme che prosegue nella scia di quello registrato nel 2022, quando furono 85 le persone a togliersi la vita in un istituto di pena“.
Gonnella: “Le buone intenzioni si trasformino in atti concreti”
Analizzando ancora i numeri dei suicidi in carcere nel 2023, Gonnella prosegue: “Ancora una volta l’arrivo dell’estate sta facendo registrare un aumento di questi episodi. Dall’inizio di giugno se ne contano già 11. L’anno scorso, solo il mese di agosto furono 16. Per questo c’è bisogno di provvedimenti immediati e urgenti: riempire la vita nelle carceri di attività anche in questi mesi, garantendo l’accesso di volontari; dare alle persone detenute la possibilità di effettuare telefonate e videochiamate ogni giorno con i propri cari; contro il caldo garantire la presenza di ventilatori e frigoriferi nelle celle”.
Le parole, però, non bastano: “Il grande numero dei suicidi registrato lo scorso anno aveva acceso l’attenzione sul mondo delle carceri”, spiega Gonnella. Per questo “c’è bisogno di tornare a parlarne e garantire che, questa volta, le buone intenzioni si trasformino in atti concreti”. Come sottolineato dal presidente di Antigone, infatti, servono misure concrete per far sì che il carcere torni ad essere un posto vivibile e che possa offrire una prospettiva futura a chi è detenuto.