Alessandra Ferruzzi, figlia di Serafino: quella lettera di scuse a suo papà
Sono giorni difficili per la famiglia Ferruzzi, che ricorda “l’inizio della fine” del Gruppo che portava proprio il nome della stirpe. Un vero e proprio impero industriale fondato da Serafino Ferruzzi, che venne poi messo nelle mani di Raul Gardini, che il 23 luglio 1993 si suicidò dopo essere finito, insieme ad altri manager, nel bel mezzo dell’inchiesta Mani Pulite. Tra chi finì in carcere anche Carlo Sama, marito di Alessandra Ferruzzi, ultima figlia di Serafino. Proprio lei, al Quotidiano Nazionale, affida una lettera rivolta al papà. “Una lettera per chiedergli scusa, e per ribadire che lui è stato “uno dei più grandi imprenditori del secolo”, senza cui Gardini nulla avrebbe potuto”, spiega.
“Mio padre è morto in un incidente aereo il 10 dicembre del 1979, guarito dal cancro: avevo 25 anni, lui aveva 71 anni e lo rivedo sempre pieno di vita, con l’energia di un giovane uomo che ha chiaro in testa il suo progetto: far crescere la parte industriale del Gruppo. Aveva comprato da poco l’Eridania, il più grande produttore di zucchero in Italia, che controllava una percentuale importante della Beghin Say, il colosso francese dello zucchero”, racconta Alessandra. “In tutti questi anni sono rimasta in silenzio, senza mai reagire alle provocazioni ed allo sciacallaggio mediatico subìto dalla mia famiglia. In tutti questi anni, invece, ci siamo impegnati a tempo pieno, mio marito ed io, per difenderci da 156 capi di imputazione: assolti poi con formula piena”, spiega.
Alessandra Ferruzzi, “Raul Gardini ci chiese di…”
Nella lettera scritta al Quotidiano Nazionale, Alessandra Ferruzzi spiega: “Mio padre – e lo posso affermare senza timore di essere smentita – fu sicuramente uno dei più importanti imprenditori del suo secolo. (…) Senza tutto ciò che ha creato mio padre, Raul Gardini non avrebbe potuto nulla, e dimenticarsi di questo è un insulto. Mio padre temeva il giocatore d’azzardo Raul Gardini, pur considerandolo un ragazzo capace e intelligente. Era ed è sempre stata solo una leggenda che l’avesse indicato come suo erede. Serafino lasciò in eredità il 31% a mio fratello Arturo ed a noi tre sorelle Idina, Franca ed io il 23% di tutte le singole società industriali, commerciali ed agricole, in modo tale che con questa ripartizione azionaria, Arturo ed una qualsiasi di noi sorelle avrebbero avuto la maggioranza per poter tutelare e difendere il patrimonio dell’intero gruppo”.
Secondo quanto spiegato da Alessandra Ferruzzi, la suddivisione ereditaria non fu mai accettata da Raul Gardini, che chiese ai figli di Serafino di “rinunciare alle nostre partecipazioni dirette nelle varie industrie ed attività, ma apportandole in aumento di capitale per far sì che il mercato potesse partecipare all’aumento di capitale con denaro fresco direttamente nella società”. Su spinta di Alessandra Ferruzzi, i fratelli firmarono un “patto parasociale” ma poi “fui tradita dai miei stessi fratelli Arturo, Franca e Idina, i quali agirono alle mie spalle. Infatti, dopo aver firmato il patto parasociale, che regolamentava semplicemente i nostri diritti di azionisti, documento che, di fatto, mi costrinse ad aderire all’aumento di capitale, lo rinnegarono come se niente fosse, annullando il patto e invece conferendo a Raul tutti i poteri”.
“Era la nostra eredità, non di Raul Gardini”, le parole di Alessandra Ferruzzi
La lettera di Alessandra Ferruzzi, finisce con una riflessione: “Erano soldi di nostro padre, lasciati in eredità ai figli e non a Raul Gardini. E con tutto ciò, si vuole parlare di tradimento nei confronti di Raul Gardini da parte della Famiglia Ferruzzi e, con particolare infamia, del tradimento mio o di mio marito Carlo Sama che abbiamo salvato con il nostro quotidiano impegno tutti dal fallimento, anche i figli di Raul e Idina, Ivan, Eleonora e Maria Speranza, che con il fallimento, in base alle revocatorie previste per legge, avrebbero perso tutta l’eredità di Idina e di Raul, compresi i 505 miliardi di lire che presero da noi, tanto ci è costata la separazione. Un vergognoso capovolgimento della realtà da parte di persone che non sanno. Sfido chiunque a trovare altri, come noi fratelli Ferruzzi, che hanno subìto tanto avendo dato una così totale fiducia ad un loro parente-manager. Scusa Papà, scusami tanto”.